Castello di Cigognola, un luogo con una storia da raccontare
Il borgo di Cigognola ha un effetto scenografico assicurato. Sorge infatti su un colle che domina la valle Scuropasso, in cui scorre l'omonimo torrente. Questo gioiello dell'Oltrepò Pavese presenta un magnifico castello che si staglia sull'abitato in tutto il suo fascino medievale. La struttura venne edificata nel XII secolo dalla famiglia dei Sannazzaro. In origine aveva funzioni difensive e strategiche per il controllo dei traffici sulla vicina Via Emilia, ma nel corso dei secoli divenne un'elegante dimora nobiliare: nel Rinascimento, in particolare, divenne una corte di grande prestigio.
L'intero borgo vide l'avvicendarsi di diverse famiglie: dal casato dei Sannazzaro, potente signoria di parte guelfa, ai Beccaria di Pavia che si impossessarono del feudo nel 1406. Peccato che il loro dominio durò per un tempo brevissimo: nel 1415 i Beccaria vennero coinvolti in una congiura contro Filippo Maria Visconti, conte di Pavia e duca di Milano. A quel punto ai Beccaria venne confiscato il feudo, che venne assegnato allo scopritore della congiura, Giorgio Aicardi. A quest'ultimo venne concesso il privilegio di aggiungere il cognome dei Visconti al proprio, creando così la signoria dei Visconti Aicardi Scaramuzza, rimasti signori di Cigognola fino al XVIII secolo. Finito il periodo feudale, il castello venne acquisito dai Gazzaniga e venne trasmesso in eredità agli Arnaboldi-Gazzaniga e agli attuali proprietari, Brichetto-Arnaboldi.
Nei primi dell'Ottocento il castello venne ristrutturato in stile neogotico. In virtù del revival del Medioevo tanto in voga in quel periodo, Carlo Arnaboldi fece realizzare la torre quadrata e le mura con merlatura ghibellina; in più, il portale venne ornato con stemmi e decorazioni in cotto, mentre parte del maniero venne comunque lasciata inalterata. Oggi il castello presenta arredi di art déco risalenti all'inizio del Novecento. Nel corso dei decenni assunse un certo rilievo nella vita culturale lombarda, diventando un salotto letterario frequentato da intellettuali del calibro di Croce, Montale, Quasimodo e Bacchelli. Centro vitivinicolo fin dall'Ottocento, negli ultimi decenni è stato trasformato in una fiorente azienda agricola.