I monasteri più belli e inaccessibili del mondo
Se è vero che per raggiungere il Nirvana o per parlare con Dio bisogna trovare un luogo di pace e quiete dove non essere disturbati da nessuno… be', questi monaci non raggiungeranno mai l'illuminazione. Un paradosso? No, turismo. Secoli fa qualche geniale (o folle, dipende dai punti di vista) architetto dell'ordine ha stabilito che la sua fede doveva essere talmente salda da mettere alla prova le leggi della gravità stesse. Un pensiero che deve essere stato comune in più parti del mondo, poiché numerosi monasteri sono stati costruiti sul lato di dirupi scoscesi o sul picco di altissime formazioni rocciose. Che poi la loro inaccessibilità fosse necessitata dal totale ascetismo o dalla difesa dai nemici oggi poco importa, perché sono tutti raggiungibili. E questi luoghi di meditazione oggi sono notevoli attrazioni turistiche che ricevono migliaia di visitatori l'anno. E diciamoci la verità, ai monaci forse non dispiace tutta questa compagnia e i proventi dalle donazioni che derivano.
EUROPA
Foto di Thomas Depenbush
Metéora, Grecia – Questo gruppo di monasteri impiantato su delle enormi formazioni rocciose di arenaria nella pianura della Tessaglia sono uno dei luoghi più mozzafiato della Grecia continentale. Un tempo erano ventiquattro, oggi ne sono rimasti solo sei ancora un uso dai monaci ortodossi (Agios Stefanos, Agia Triada, Gran Meteora, Varlaam, Roussanou e Agios Nikolaos), più uno disabitato ma visitabile. "Meteore" sono chiamati, che in greco significa "sospeso in aria". Quasi un luogo mitologico, considerato anche la terra che abitano, eppure queste costruzioni sono pura realtà, e sono Patrimonio dell'Umanità Unesco. Le grotte delle falesie erano già usate nel XII secolo dagli asceti che formarono un ordine monastico. Ma con l'attacco dei turchi tra il XIV e il XVI secolo i monaci preferirono rifugiarsi in cima a questi picchi costruendo dei luoghi che non potevano essere raggiunti: ci si poteva arrivare infatti solo tramite corde e scale a pioli, e questo fino al secolo scorso. Nel 1920, finalmente, vennero scavate delle scale nella roccia che permettessero ai turisti di raggiungerli.
Foto di SBA73
Sant Miquel del Fai, Spagna – Situato presso la località di Riells, in Catalogna, questo cenobio benedettino risale a poco prima dell'anno Mille. Nonostante le sue dimensioni fu sempre abitato da pochissimi monaci, mai più di sei nel corso dei secoli. Eppure riceveva ricche donazioni, tanto che molti dei suoi pezzi sono esposti nei musei: tra questi, una croce d'argento nel Museo Diocesano di Barcellona. La chiesa è stata costruita in una grotta scavandola nella sua stessa roccia, è oggi la sua base sembra un sostegno effimero rispetto al vuoto sottostante. Ma lo spazio naturale che lo circonda è lussureggiante, e la piccola cascata che si tuffa dalle sue mura nel Rio Tenes è uno spettacolo.
MEDIO ORIENTE
Foto di Ester Inbar
San Giorgio di Koziba, Israele – Situato nella valle del Wadi Qelt, nella regione Palestina, questo monastero ortodosso ha una storia antichissima: la sua costruzione risale addirittura al quinto secolo, ma un gruppo di monaci che cercavano il loro ritiro nel deserto si erano già stabili qua un mese prima. Gorgias di Coziba fu il più famoso dei monaci che visse qui, e col suo nome venne battezzato il monastero dall'eremita che lo costruì, Giovanni di Tebe. Nel 614 fu distrutto da un attacco dei Persiani, che massacrarono tutti i 14 monaci che vi vivevano. Il luogo fu abbandonato per secoli fino al 1878, quando il monaco greco Kalinikos lo restaurò, rendendolo abitabile più di vent'anni dopo. Il monastero si trova 20 km da Gerusalemme sulla strada per Gerico. È visitabile, ma per farlo dovrete salire un sentiero roccioso che si inerpica sulla parete scoscesa in cui è ospitato, a ridosso di una gola.
Foto di Jordan Sitkin
Sümela, Turchia – Andiamo sempre più indietro nel tempo, con questa chiesa rupestre scavata addirittura nel 386. Secondo la leggenda il monastero nacque quando due eremiti, Barnabas e Sophronius, scoprirono in una grotta un'icona della Vergine Maria e decisero di realizzare un edificio religioso a lei dedicato proprio qui, sul lato della montagna, a 1.200 metri di altezza. Il monastero di Sümela è passato nel corso dei secoli attraverso varie distruzioni e restaurazioni, ma è sempre stato abitato fino al XIX secolo. E, nonostante la sua posizione precaria, e il fatto che per accedervi si debba affrontare una scalinata lunga e ripida, è sempre stato meta di pellegrini e turisti.
ASIA ORIENTALE
Foto di Soham Banerjee
Taktsang, Buthan – Trattenete il respiro, perché qui si vola alto. Siamo a ben 3.120 metri di altitudine, e a 700 metri di altezza sulla Valle di Paro. La "tana della tigre", questo il nome con cui è conosciuto il complesso monastico, è stata costruita nel 1692 nello stesso punto in cui si dice che il Guru Padmasambhava avesse meditato per tre mesi nell'VIII secolo. Se il nome giustamente non vi dice nulla, sappiate che si tratta di una figura venerata in Buthan, in quanto è considerato quello che ha introdotto il buddhismo in questo paese. Il soprannome stesso del monastero nasce dalla leggenda che dice che il guru sia volato sulla montagna in groppa a una tigre. Oggi i visitatori che non hanno le stesse proprietà divine devono purtroppo affaticarsi ad arrivare a piedi o tutt'al più in sella a un mulo.
Foto di Emmanuel Brunner
Xuánkong Sì, Cina – Il suo nome significa "tempio sospeso", e secondo la leggenda fu costruito da un solo uomo, un monaco di nome Liao Ran, più di 1.500 anni fa. Che sia stata solo una o più persone, la realtà è che si tratta di un ardito lavoro di ingegneria. Il tempio pende su una parete del monte Heng nella provincia dello Shanxi, a quasi 65 km dalla città di Datong. E tutto quello che lo regge sotto sono delle travi di quercia inserite in dei buchi nella montagna, mentre la vera struttura portante è all'interno della montagna stessa. Ma la particolarità è che questo monastero include nella sua architettura e nelle decorazioni elementi buddhisti, taoisti e confuciani. Insomma, proprio come nella migliore filosofia zen: pace e armonia.
Foto di Robert Tiabji
Taung Kalat, Birmania – Situato sulla cima del monte Popa, un promontorio vulcanico alto 737 metri, il monastero regala una vista meravigliosa che si estende per miglia e miglia. Potete tranquillizzarvi sul fatto che il cratere sottostante sia inattivo da un bel po'. Nonostante ciò, sarete ben poco rallegrati al pensiero di dover salire i 777 scalini per raggiungere il monastero buddhista. Si dice che in questo posto riposino 37 Mahagiri Nat, gli spiriti di uomini deceduti per morte violenta. Voi nel frattempo dovrete stare più attenti ai macachi che popolano il monte e cercano di rubare i vostri averi.
Foto di Shakti
Phugtal Gompa, India – Sulle vette dell'Himalaya, ecco apparire questo monastero. La sua vista potrà deliziare i trekker che si spingono nella remota regione del Ladakh, a nord dell'India. Il monastero del XII secolo ha resistito ai danni del tempo nonostante la sua precaria edilizia fatta di mattoni di fango, pietra e legno. I 70 monaci buddhisti che vi vivono dividono il loro tempo sacro tra una lettura in biblioteca e la stanza delle preghiere. Una tavoletta di pietra ricorda il passaggio del filologo ungherese Sándor Kőrösi Csoma, che proprio in un monastero della regione scrisse il primo dizionario inglese-tibetano, e visitò Phugtal Gompa nel 1826.
Scegli la foto!