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Il villaggio di Darra Adam Khel in Pakistan: forse il luogo turistico più pericoloso del mondo

Camminando per le strade di Darra Adam Khel si sentono continuamente raffiche di spari. Non ci sono guerre in corso: gli abitanti del villaggio sono tutti dediti alla fabbricazione di armi. E nonostante formalmente l’accesso sia proibito i turisti trovano sempre il modo di andarci.
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Luogo turistico più pericoloso del mondo

Ci sono luoghi al mondo dove non andare in vacanza. Posti in cui, per una ragione o per un'altra, è pericoloso avventurarsi e nessuno si azzarda a mettere piede. E poi ci sono luoghi pericolosi dove invece non si potrebbe andare, ma la gente ci va comunque, incurante di ogni rischio. Questi luoghi diventano a tutti gli effetti delle destinazioni turistiche. Ecco, quella di cui vi vogliamo parlare è forse la meta turistica più pericolosa del mondo. Motivo? I suoi abitanti sono dediti solo ed esclusivamente alla fabbricazione e alla vendita illegale di armi. Il luogo? Il villaggio di Darra Adam Khel, in Pakistan.

Darra Adam Khel si trova nella provincia di Khyber Pakhtunkhwa, non lontana dalla sua capitale Peshawar, nel territorio delle Aree tribali di amministrazione federale: si tratta di una regione del Pakistan che, anche se amministrata del governo, è di fatto sotto il controllo delle varie tribù di Pasthun che la abitano. Questi rappresentano il principale gruppo etnico del Pakistan, e governano le loro terre al di là di ogni legge. Ecco spiegato come in questo villaggio sia proliferato un tale mercato. Si stimano 50.000 abitanti all'interno di Darra, per la maggior parte appartenenti al clan degli Afridi. E tutti, o quasi, dediti alla fabbricazione e al commercio di armi leggere. Il villaggio è costituito da una sola lunga strada popolata di negozi e armerie a entrambi i lati. Durante l'arco di un'intera giornata non si sentono altro che spari risuonare per tutto il tempo: sono gli armaioli che testano le loro creazioni, sparando verso il cielo dal tetto dei fabbricati, o dietro le loro case su target piazzati per l'occasione.

Darra Adam Khel, Pakistan

Il business delle armi di Darra Adam Khel è però completamente familiare. Non troviamo grosse fabbriche o industrie, qui: quelli che fabbricano le armi sono dei veri e propri artigiani, e lavorano in botteghe del tutto simili a quelle di un fabbro o di un falegname. E persino gli strumenti che utilizzano non hanno niente a che vedere con quelli dell'industria bellica pesante: i fabbricanti di armi lavorano utilizzando arnesi come macchine foratrici, presse, martelli e incudini, e via dicendo. Ciò nonostante, il lavoro che svolgono è molto accurato. I fabbricanti sono infatti capaci di riprodurre qualsiasi tipo di arma: da una Beretta a un Kalashnikov. La loro maestria è tale che, se si gli dà in mano un'arma mai vista prima, sono capaci di riprodurla nel giro di dieci giorni. E una volta realizzato il modello base, per ogni copia gli occorrono solo due o tre giorni. La replica è talmente dettagliata che copia persino il numero di serie dell'originale.

Si tratta di un'arte che viene tramandata di padre in figlio. E che ha origini meno recenti di quanto si possa pensare. La tradizione nasce nel 1897, quando l'Impero Britannico si espandeva nel Pakistan, senza però riuscire ad ottenerne il dominio: i Pashtun ne contrastavano infatti l'avanzata. Per evitare che le varie tribù rubassero le armi ai loro eserciti, gli inglesi decisero di insegnare alle popolazioni del posto a fabbricarsi le armi da soli. In questo modo si garantirono un passaggio indisturbato sulle loro terre. Mai avrebbero pensato che quegli uomini sarebbero diventati degli artigiani così esperti. Ancora oggi la fabbricazione e il commercio di queste armi è formalmente illegale: ma di fatto Darra è la produttrice principale delle armi che circolano nel paese, con una produzione di circa 18.000 pezzi all'anno. In una regione che è sempre stata molto tumultuosa e ha visto un crescente aumento della domanda, soprattutto a causa della guerra in Afghanistan e delle lotte contro i Talebani.

Armaiolo in Darra Adam Khel, Pakistan

Dall'altro lato, la produzione di armi è la principale risorsa economica di Darra Adam Khel. L'altra sono i trasporti. Ma in tutto questo, dov'è il turismo? Come può un luogo del genere attrarre visitatori? E soprattutto, come si colloca in un'area geografica in cui è poco prudente avventurarsi? Eppure molti di quelli che si recano in viaggio in Pakistan sono attirati dalla fama di questo villaggio, e operano una deviazione apposta per vedere con i propri occhi la città degli armaioli. Darra era già in parte conosciuta a una nicchia di viaggiatori, anche perché figurava in un riquadro in una pagina della guida del Pakistan della Lonely Planet. Ma il suo nome ha acquisito popolarità mondiale grazie al film australo-pakistano Son of a Lion, del 2007. La pellicola narra della storia di un figlio di un fabbricante d'armi che rifiuta il mestiere del genitore per studiare.

Fino a poco tempo fa era possibile visitare Darra Adam Khel senza problemi. Bastava infatti ottenere un permesso speciale alla sede del ministero degli interni a Peshawar. Successivamente si è deciso di non rilasciare più il permesso per motivi di sicurezza. Ma si può comunque raggiungere la città in autonomia: basta prendere la corriera che da Peshawar va a Kohat, e farsi lasciare all'ingresso del villaggio. Questa soluzione, però, è poco raccomandabile, perché si viene immediatamente fermati dalle locali forze di polizia tribale, i kashadar.

Oggi l'unico modo per arrivare a Darra Adam Khel è quello di contattare delle guide locali a Peshawar. Queste, in cambio di una consistente somma di denaro, scortano i turisti fino all'interno del villaggio, e svolgono le funzioni di guardia del corpo per tutto il tempo della visita. Accompagnati da una persona "autorizzata" (che vuol dire che divide la mazzetta con i capi tribù) gli stranieri sono ben accolti. I Pashtun sono in realtà rinomati per la loro ospitalità. E naturalmente, l'invito è subito quello di entrare a dare un occhio alle botteghe degli artigiani e alle armerie. Si offre la possibilità di testare gratuitamente le armi nei luoghi di tiro. Il tutto in un'atmosfera di ordinaria quotidianità, accompagnata persino da una tazza di tè. Non per niente si tratta solo di commercianti che cercano di fare affari. Darra ha una cattiva fama, ma non sembra in realtà rappresentare un pericolo di per sé. Certo, camminare lungo una strada dove pistole e fucili non fanno altro che sparare non è proprio sicuro. Ma nessun colpo è mai diretto verso un'altra persona. D'altro canto, nessun abitante di Darra sarebbe così incauto da fare fuoco verso un suo compaesano: sa benissimo che l'altro ha sempre pronta un'arma con la quale rispondere.

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