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L’isola di Nauru, lo stato più piccolo del mondo nell’oceano Pacifico

In mezzo alle migliaia di isole della Micronesia, questa piccola repubblica occupa una superficie di pochi chilometri quadrati. I nauruani un tempo vivevano in pace, ma l’arrivo degli europei ha portato morte e distruzione. Oltre alla guerra, lo sfruttamento minerario ha causato danni incalcolabili al territorio. Fortunatamente vi sono ancora stupende spiagge tropicali e si possono praticare varie attività ed escursioni: ma quando il turismo diventerà risorsa economica dell’isola?
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Tra le migliaia di piccole isole della Micronesia, la regione del Pacifico il cui nome non è casuale, ce n'è una che si distingue da tutte le altre per due motivi. È Nauru, e il primo motivo è che si tratta dell'unico stato insulare di tutto l'oceano composto da una sola isola: e in un'area geografica che copre un terzo del pianeta ed è composta per la maggior parte da arcipelaghi è già abbastanza notevole. Il secondo motivo, ancora più sorprendente, è che si tratta dello stato indipendente più piccolo del mondo. Per la precisione, la più piccola repubblica: la Città del Vaticano e il Principato di Monaco sono notoriamente i microstati per eccellenza, con dimensioni estremamente ridotte. Ma anche Nauru non scherza: la sua scarsa superficie di 21 kmq lo rende visitabile nel giro di poche ore con una camminata lungo il suo perimetro. E su questa ridotta superficie di terra in mezzo alla più grande massa d'acqua della Terra vivono poco meno di 10.000 abitanti.

Nauru, oceano Pacifico

Courtesy: U.S. Department of Energy's Atmospheric Radiation Measurement Program

Storia di Nauru
Cosa vedere a Nauru
Cosa fare a Nauru
Dove dormire a Nauru
Come arrivare a Nauru 

Storia di Nauru

L'isola di Nauru non ha visto sviluppi felici nell'ultimo secolo. Poco sappiamo di quello che è successo prima dell'arrivo degli europei: si presume che il suo popolo sia un mix di culture e tratti genetici delle altre popolazioni del pacifico. Questi vivevano pacificamente divisi in dodici tribù distinte all'interno dell'isola, di cui oggi due sono estinte. La pace fu rotta dall'arrivo degli europei: la scoperta avvenne grazie al capitano inglese John Fearn, che la ribattezzò Pleasant Island, isola piacevole. Questa situazione durò ben poco: come al solito gli indigeni erano impreparati di fronte alle nuove malattie che causarono numerosi decessi. Ma ancora peggio fu l'introduzione di alcol e armi da fuoco da parte dei tedeschi, che dominarono l'isola nell'Ottocento: le tribù che fino ad allora avevano vissuto in armonia cominciarono una spaventosa guerra civile che portò alla decimazione degli abitanti dell'isola, riducendola a meno di 900 persone.

Nauru, resti giapponesi

Foto di Bernard Cloutier

Il danno definitivo lo fecero gli inglesi, quando scoprirono che l'isola era un ricco giacimento di fosfati. Lo sfruttamento minerario di Nauru cominciò alla fine del XIX secolo, e l'Australia rubò l'isola ai tedeschi durante la Prima Guerra Mondiale. Poi arrivò la Seconda Guerra Mondiale, e i tedeschi pensarono bene di riprendersela. Anche Nauru fu teatro di battaglia delle devastanti guerre che si combatterono nel Pacifico. I giapponesi invasero l'isola e ne deportarono parte della popolazione, mentre commettevano violenze sugli altri isolani e sul territorio stesso.

Nauru riuscì ad ottenere l'indipendenza solo nel 1968, e due anni dopo il pieno controllo dei suoi giacimenti di fosfati. Da un lato questo fu l'inizio di un periodo florido per un paese che ha basato nei decenni a venire la sua intera economia sullo sfruttamento minerario. Che però non ha fatto altro che deturpare grossa parte del territorio, mentre non si faceva niente per incrementare altre forme di sostentamento autonomo come allevamento, agricoltura o turismo. Nauru riceve acqua e cibo da Australia, Usa, Regno Unito, Indonesia e Cina. La mancanza di varietà culinaria e di una dieta locale ha causato il problema dell'obesità e del diabete presente in quasi tutta la popolazione. A questo si aggiunge il fatto che le miniere sono prossime all'esaurimento (si calcola verso il 2050), e che una cattiva gestione dell'economia ha portato lo stato sull'orlo del collasso, con quasi il 90% dei nauruani disoccupati. I presidenti si alternano uno dietro l'altro, e molti restano in carica solo per pochi mesi, a causa della continua sfiducia data dagli altri membri del Parlamento in costante lotta politica.

Cosa vedere a Nauru

Nauru, costa nord

Foto di David

Nauru non è forse la destinazione più promossa sui cataloghi turistici: anzi, a dirla tutta, neanche dal governo stesso. Ma rimane sempre un'isola del Pacifico, e come tale gode dei privilegi del clima tropicale. Vi sono alcune spiagge sabbiose dove riposare le proprie stanche membra e godersi le bellezze della barriera corallina. Ma da molte parti è rischioso avventurarsi in acqua, a causa delle forti correnti e del fondale poco profondo. I coralli taglienti possono causare gravi ferite, così come alcuni animali marini. La località dove dirigersi è Anibare Bay, la più grande spiaggia dell'isola con i suoi 2 km di sabbia bianca. Luogo perfetto per il surf o il nuoto, dove si concentra tra l'altro tutto il turismo di Nauru. In questo distretto si trovano infatti l'Anibare Harbour, il secondo porto di Nauru, e uno dei due soli hotel presenti sull'isola.

Diverse escursioni possono essere effettuate a Nauru, nonostante le sue esigue dimensioni. Soprattutto per visitare quei luoghi che vengono inspiegabilmente tenuti all'oscuro dei turisti, i quali invece si adoperano per scovarli. A sud dell'isola, nel distretto di Yaren, troviamo le grotte di Moqua, presso le quali giace il Moqua Well, un lago sotterraneo non di immediata individuazione. Un percorso molto più facile è quello che porta alla laguna di Buada: un piccolo specchio d'acqua fresca circondato da una fitta vegetazione di palme e altri alberi. Si tratta di un luogo piacevole per un picnic, e adatto per una serie di foto suggestive. Un po' meno per nuotare: il piccolo lago non riceve infatti flussi d'acqua dall'esterno, di conseguenza non è molto pulito. È comunque piacevole passeggiare attorno al suo perimetro. Un'altra laguna meno conosciuta è quella che si trova nel distretto di Anabar: questa è composta di acqua salata.

Nauru, laguna di Buada

Foto di Erimacrus

La presenza europea ha lasciato segni indelebili sul territorio di Nauru. Emblematica testimonianza dei danni causati dallo sfruttamento dei fosfati è il Central Plateau, l'enorme altopiano centrale che troviamo all'interno dell'isola. Un posto deserto e caldo, che però vale la pena visitare: le miniere non sono più attive, ma i crateri e i burroni regalano al panorama un'aspetto affascinante e inquietante allo stesso tempo. Un'altra attività popolare tra i turisti è quella di girare l'isola alla ricerca dei resti delle postazioni giapponesi durante la Seconda Guerra Mondiale. Troviamo casematte, bunker, fortificazioni e armi abbandonate un po' dappertutto. Un luogo interessante da questo punto di vista è il Command Ridge, la vetta più elevata dell'isola: con i suoi 65 metri offre l'opportunità di un piccolo trekking e di osservare il panorama di Nauru dal suo punto più alto.

Yaren è la capitale di Nauru. Ma lo è solo de facto: Nauru è infatti l'unica nazione al mondo a non aver mai designato una capitale Il distretto di Yaren viene riconosciuto come centro amministrativo perché ospita la sede del Parlamento, gli uffici, la stazione di polizia e l'aeroporto. Anche il distretto di Aiwo viene a volte indicato come capitale: qui troviamo il principale porto marittimo dell'isola, lo stadio, uno dei tre hotel, la scuola primaria e il Nauru College, che fa parte dell'Università del Pacifico del Sud. Ad Aiwo troviamo persino una piccola Chinatown: l'immigrazione dall'Asia è stata costante durante il periodo minerario, e la presenza di cinesi, vietnamiti e thailandesi è massiccia. Comunque questi due distretti non sono i più popolati dell'isola: i maggiori sono quello di Denigomodu e Meneng. Il primo ospita un'ospedale, il secondo un campo di accoglienza per rifugiati che in passato ha accolto alcuni immigrati che l'Australia non poteva accettare.

Cosa fare a Nauru

A parte le escursioni sopra elencate, vi sono numerose attività da svolgere se non vi va di rimanere tutto il giorno a prendere il sole sulla spiaggia: che tra l'altro è uno dei motivi principali delle vacanze al mare. Ma potete tentare la vostra fortuna con una battuta di pesca, affidandovi ai pescatori del luogo che affittano le loro barche per viaggi in mare aperto, a seconda delle condizioni atmosferiche. Rivolgetevi allo staff del vostro albergo per mettervi in contatto con uno di loro. Vi sono inoltre vari centri che affittano l'attrezzatura per le immersioni: il diving è naturalmente un'attività irrinunciabile per gli appassionati non solo per la varietà di pesci tropicali, ma anche per la quantità di relitti affondati durante la guerra. Per gli amanti degli sport acquatici vi ricordiamo che il posto migliore è la baia di Anibare, poiché le altre spiagge sono rocciose e poco profonde.

Nauru, football australiano

Foto di Rulesfan

Se volete immergervi nella cultura dei nauruani perché non osservare una delle partite di football australiano combattute dalla squadra locale nel Linkbelt Oval, lo stadio nel distretto di Aiwo. Non è l'unico campo da gioco presente sull'isola: a Nauru si pratica anche calcio, softball e tennis. Se vi va di dedicarvi ad attività prettamente turistiche una capatina al centro commerciale Cappelle&Partners, nel distretto di Ewa, è indispensabile per i vostri acquisti. La moneta locale è il dollaro australiano, e dovrete avere a disposizione molti contanti poiché non ci sono bancomat e la banca centrale è fallita da un pezzo.

Mangiare a Nauru può essere un'ottima esperienza, nonostante i dubbi sollevati dalla dieta locale. Vi sono infatti numerose alternative etniche, come i vari ristoranti di cucina asiatica presenti un po' dappertutto. Ma l'influenza culinaria arriva anche dall'occidente, in particolar modo da Germania, Australia e Gran Bretagna, ovvero i tre paesi che hanno dominato l'isola dalla loro scoperta. Carne e prosciutto affumicato sono tra gli alimenti più popolari. Ma non dimentichiamo il pesce: vi sono molti ristoranti che cucinano sulla base del pescato del giorno. Alla sera l'unico luogo dove poter bere è il Reef Bar del Menen Hotel: particolarmente affollato il week end, poiché i nauruani amano il venerdì e accolgono con piacere facce nuove. Lì avrete a disposizione alcol proveniente da ogni paese, due biliardi, una tv satellitare e musica live. Non è consentito accedervi in infradito, e per gli uomini è adeguato indossare una giacca.

Dove dormire a Nauru

Nauru, gli hotel

Foto di Cedri© e M00tty

La scelta di un alloggio a Nauru non è difficile: vi sono solo due hotel in tutta l'isola. Tutti attrezzati di ogni comodità: frigo, televisione satellitare, internet. Caratteristiche comuni a tutte le case di Nauru, grazie al periodo di ricchezza economica vissuto fino in tempi recenti. L'albergo più popolare, e anche il più costoso, è il Menen Hotel, nel distretto di Meneng. Si trova sulla baia di Anibare, e offre una stupenda vista sull'oceano. E la fa pagare cara con camere che vanno dai 115 ai 230 dollari australiani a notte; se rinunciate al panorama una singola vi costa 85$, una doppia 125$. L'hotel è dotato di due ristoranti di cucina orientale ed etnica, una piscina, una sala giochi, campi da tennis e un negozio di souvenir. Il bar dell'albergo, come abbiamo detto, è l'unico locale notturno dell'isola.

Il più piccolo OD-N-Aiwo Hotel è a gestione familiare e più economico, e si trova nel distretto di Aiwo: i prezzi vanno da 70 a 140 dollari australiani a notte. L'hotel dispone di una palestra, una sala biliardo e un emporio per tutti gli acquisti. Anche il suo ristorante offre cucina asiatica, occidentale e del Pacifico. Un'alternativa è quella di affittare degli appartamenti. Gli Ewa Lodge, nel centro commerciale di Cappelle&Partners, sono dotati di tutta la mobilia e della cucina, e costano dagli 85 ai 135 dollari australiani a notte. La Ianepe Court è poco lontana dal centro di Aiwo e offre case a 100$ a notte per una singola e 150$ per una doppia.

Come arrivare a Nauru

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L'isola di Nauru dispone di una pista di atterraggio che fu costruita dai giapponesi durante l'occupazione e che oggi è il Nauru International Airport. Accoglie voli da Brisbane (Australia), Majuro (isole Marshall), Nadi (isole Fiji) e Tarawa (isole Kiribati): tutti operati dalla compagnia di bandiera Our Airline. La Island Ring Road è l'unica strada di tutta l'isola che corre attraverso il suo perimetro, attraversando tutti i distretti e i principali punti di interesse: solo a un certo punto ha una diramazione verso l'interno che conduce alla laguna di Badua. Sulla strada si può andare in auto come in moto e in bici (affittabili al centro commerciale), ma il senso di marcia è a sinistra (ennesima testimonianza della colonizzazione inglese). Si possono affittare dei taxi, oppure prendere il bus che passa ogni ora e collega tutti i villaggi sulla strada.

Il periodo migliore per andare a Nauru è quello che va da marzo a ottobre, quando gli alisei orientali mitigano il clima dell'isola, che ha una temperatura costante che va dai 25 ai 30 gradi. Da novembre a febbraio è il periodo delle grandi piogge, e il tasso di umidità aumenta. Se volete capitare durante una delle feste locali, ad eccezione di quelle cristiane come Natale e Pasqua, ecco tre date importanti: il 31 gennaio è il Giorno dell'Indipendenza; il 17 maggio è il Giorno della Costituzione; e il 26 ottobre è il Giorno dell'Angam. Quest'ultimo festeggia i vari periodi della storia in cui la popolazione arrivò a quota 1.500, ritenuto il numero minimo per garantire la sopravvivenza. Una festività piuttosto triste, perché ricorda in qualche modo come l'arrivo degli europei su questo pezza di terra incontaminata nell'oceano abbia causato danni tali da decimare la popolazione. Forse un giorno il turismo aumenterà, e i visitatori dall'occidente potranno portare qualcosa di più a quest'isola.

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