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L’albero di Avatar esiste davvero

L’Ashikaga Flower Park è il parco nipponico dell’albero che ha ispirato James Cameron, il regista di Avatar, nell’ideazione dell’Albero delle anime.
A cura di Redazione Viaggi
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Foto di Hideya Hamano.
Foto di Hideya Hamano.

Avremmo perso il legame con la "Grande Madre" dei Na'vi, ma il glicine che si apre nell'Ashikaga Flower Park non può non lasciare piacevolmente sorpresi. James Cameron, regista del colossal Avatar, si ispirò proprio al secolare albero del parco di Ashikaga, nella prefettura di Tochigi in Giappone. E' lì infatti che sorge il glicine più grande ed esteso al mondo, che fa cadere sugli spettatori fiori viola e lillà. Uno spettacolo simile, per i contrasti e per i colori, a quello già visto nelle foto dello straordinario Shibazakura Festival. Il volto iper-moderno del Giappone – che in questa località è rappresentato dalle industrie tessile e di produzione dell'alluminio – viene addolcito e ricondotto alla sua natura grazie a quest'albero che ha 144 anni d'età, è alto più di quattro metri e le sue braccia si stendono su oltre 1,8 km quadrati, sospesi con una struttura metallica in modo tale che il glicine "piova" dall'alto sugli osservatori. Il glicine è infatti una pianta rampicante che nel caso del parco nipponico viene sorretta da uno scheletro metallico che a partire da maggio viene completamente ricoperto di fiori viola.

Il parco dei fiori di Ashikaga è noto in tutto il mondo per il suo glicine. Tuttavia l' "Albero delle Anime", riprendendo i lemmi di Avatar, è l'attrazione principale, ma non l'unica. In quest'ampia area verde, in primo luogo, ci sono bancarelle che vendono fiori, mentre i glicini si alternano a prati colorati e a piramidi di fiori che sorgono sopra isolotti che si levano dagli stagni. Lo stesso accesso alla piattaforma su cui si apre l'albero secolare è un suggestivo tunnel ornato da altri glicini. L'analisi accurata fatta da Google Street View ci permette di visitare questo luogo comodamente seduti alla nostra scrivania, seppure solo virtualmente e nonostante la ripresa sia non sia stata girata nel periodo di maggiore fioritura. Di seguito la possibilità del tuor a colpi di mouse:

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