Milazzo e la sua Cittadella: tra leggende, misteriosi insetti e personaggi illustri
Se è forse normale che nei luoghi dove le dominazioni e le stratificazioni storiche si susseguono l'una dopo l'altra, abbondino anche leggende e misteri, è vero anche che Milazzo raccoglie racconti sepolti in epoche lontane e gesta di eroi recenti. Una città che sa cosa vuol dire legarsi alle proprie tradizioni, rispettarle e tramandarle negli anni per farsi custode di un'identità precisa.
L'Odissea di una grotta antica
Tra le leggende più antiche c'è quella che risale al secondo poema epico di Omero, l'Odissea. Sembra, infatti, che i racconti omerici, che parlano di Polifemo e della cattura di Ulisse dopo il nubifragio, collochino la grotta del ciclope proprio a Milazzo: Polifemo governava gli armenti del dio Sole nella terra detta Chersoneso d'oro, Aurea Chersonesus, cantata dai greci come terra bella, fertile e dal clima ideale. Poco importa che gli studiosi siano meno convinti, e che questa terra dei Ciclopi sia a volte collocata vicino ad Aci Trezza, altre volte presso le isole Egadi, altre ancora sulle rovine della città antica di Erice, il fatto è che a Milazzo, sotto la Rocca e il Castello, c'è una spelonca veramente grande tanto da ospitare un gigante come Polifemo, tanto da essere stata sede di un locale famoso negli anni Settanta e tanto da essere ora abbandonata e non visitabile. Che Polifemo sia tornato?
Un fantasma nella Cittadella di Milazzo
Se il fantasma di Polifemo ancora stenta a mostrarsi, sembra che quello del Castello compaia nelle "serate buie e tempestose". Si tramanda che una ragazza dovesse prendere i voti, ma si fosse innamorata di un soldato. Venne scoperta insieme all'amato e costretta a entrare in un convento di clausura, ma questo non bastò a fermare il loro amore. L'epilogo di questa storia non poteva che essere tragico: gli amanti furono sorpresi insieme anche dopo la clausura, la ragazza subì una punizione infernale, poiché venne murata viva all'interno del Monastero. Tuttavia dei suoi resti non si ebbe notizia fino al 1928 quando venne ritrovato un cadavere da alcuni detenuti (il castello è stato anche un carcere per molti anni). Analizzato, si scoprì che non era il cadavere di una donna, ma quello di un soldato disertore irlandese. E se il fantasma di questa giovane donna si aggirasse ancora per farci scoprire dove si trovano le sue spoglie?
Uno sguardo misterioso
C'è qualcuno o "qualcosa" che da anni scruta l'orizzonte verso Oriente. Lungo le mura medievali si stagliano due occhi realizzati in pietra lavica: alcuni invece riconoscono uno scarabeo con le sue ali e le sue antenne. La simpatica decorazione è davvero singolare poiché ad oggi non si conosce la sua funzione. Alcuni lo vedono come una sentinella, altri come semplice decorazione, altri come simbolo di rinascita o di imbattibilità. Negli ultimi anni qualche studioso milazzese ha pensato di legare le ali dello scarabeo a dei quadranti solari e ne sta osservando e registrando "il comportamento" rispetto alla luce solare. Vedremo dove porterà quest'affascinante interpretazione, intanto continuiamo a fantasticare.
I cittadini, le vere leggende di Milazzo
Le leggende continuano, ad esempio con i racconti delle avventure di Sant'Antonio da Padova, incappato in una brutta tempesta e salvatosi grazie all'ospitalità di un eremita del luogo che lo ricoverò nella sua piccola grotta, divenuta poi Santuario rupestre dedicato al santo, ma di personaggi tangibili che hanno reso illustre la città, ce ne sono molti. Uno solo però, finora, tiene il sigillo di eroe di guerra: l'ammiraglio Luigi Rizzo. Il suo nome si incrocia con quello di Gabriele d'Annunzio che per lui scrisse una dedica in occasione del conferimento di una delle due medaglie d'oro guadagnate durante il servizio prestato alla Marina soprattutto durante la Prima Guerra Mondiale. Le sue medaglie (2 d'oro al valore militare, 4 d'argento al valore militare, 2 croci di guerra) sigillano altrettante imprese, alcune delle quali divenute, anch'esse, leggende, come la Beffa di Buccari. Questo è possibile anche grazie agli investimenti previsti dal programma delle politiche di coesione dell'Ue.