Museo Poldi Pezzoli: uno scrigno di tesori artistici a Milano
Nel cuore di Milano, a breve distanza dal Teatro della Scala, sorge il Museo Poldi Pezzoli, una dimora privata del XIX secolo che vi stupirà per la ricchezza dei suoi tesori artistici. Inaugurata il 25 aprile 1881, la casa-museo era deputata ad accogliere le collezioni del nobiluomo Gian Giacomo Poldi Pezzoli (1822-1879). L'appartamento venne arredato tra il 1849 e il 1879 secondo il gusto dell'epoca. Purtroppo gran parte dell'interno originario andò distrutto durante i bombardamenti del 1943, ma la dimora conserva ancora il suo fascino antico. In effetti, visitare il Museo Poldi Pezzoli significa addentrarsi in un'atmosfera d'altri tempi: tra stucchi, tappeti persiani, cristalleria preziosa e opere d'oreficeria, sembra quasi di vedere aggirarsi gentiluomini in panciotto e dame con guanti di pizzo ed elaborati chignon.
Ogni arredo parla il linguaggio dell'eleganza e della raffinatezza, un effetto amplificato dai numerosi dipinti che fanno bella mostra nella pinacoteca. Il palazzo ospita diverse opere di maestri rinascimentali come Sandro Botticelli, Filippo Lippi, Andrea Mantegna, Piero della Francesca e Cosmè Tura, ma sono presenti anche artisti ottocenteschi come Francesco Hayez e Lorenzo Bartolini. Simbolo del Museo è l'iconico Ritratto di giovane dama (1470-72), variamente attribuito a Piero del Pollaiolo o a suo fratello Antonio.
Alle sale si accede attraverso uno scalone antico, impreziosito da un'elegante fontana neobarocca. Qui oltrepassiamo la Sala degli Stucchi in stile rococò e ci inoltriamo nella Sala Nera, con un prezioso tavolo del XIX secolo decorato con un "mosaico" in pietre dure. I capolavori pittorici più importanti si trovano nel Salone Dorato, mentre nella Sala dei Vetri di Murano troviamo circa duecento oggetti in vetro datati dal XV al XIX secolo. Attira l'attenzione la Sala dei Pizzi, con collezioni di merletti, ricami e ventagli dal XVI al XX secolo, mentre l'Armeria vanta l'allestimento, nel 2000, del grande scultore Arnaldo Pomodoro. Da vedere anche la Sala degli Orologi, che illustra la storia europea di questo indispensabile strumento per la misurazione del tempo.
Menzione a parte per il bellissimo Studiolo Dantesco, unico ambiente della casa sopravvissuto ai bombardamenti. Non appena varcata la soglia di questa saletta, adibita a studio privato da Poldi Pezzoli, si viene immersi nell'atmosfera di un Medioevo sognante e nelle orecchie sembrano risuonare i versi più celebri della Divina Commedia. Le vetrate e gli affreschi, ad opera di Giuseppe Bertini e Luigi Scrosati, raffigurano infatti Dante e alcuni personaggi del suo poema.