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Rovaiolo Vecchio: un paese diventato fantasma

Abbandonato dopo la Seconda Guerra Mondiale, Rovaiolo Vecchio oggi è un museo rurale a cielo aperto dove tutto è rimasto immobile nel tempo.
A cura di Stefania Lombardi
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A sud di Pavia sorge un paese con una storia molto particolare. E' una città divisa in due, una parte nuova ed un parte definita Vecchia. Ed è proprio la seconda a suscitare interesse per la sua storia. Il paese in questione è Rovaiolo, una frazione del comune di Brallo di Pregola. Rovaiolo Vecchia attira turisti da tutta Italia, non per quello che offre, ma per quello che non c'è. Si tratta di un paese fantasma, uno dei più suggestivi d'Italia, abbandonato dopo la Seconda Guerra Mondiale. Ma vediamo in particolare perchè attira così tanti visitatori.

La storia di Rovaiolo Vecchia: il paese abbandonato

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Dopo il Grande Conflitto Mondiale, Rovaiolo Vecchio fu fatto evacuare a causa del pericolo dell'erosione prodotta dal torrente Avagnone. Si temeva, invatti, che questo processe potesse far franare il Monte Lesina, distruggendo così il villaggio. Gli abitanti furono fatti sfollare e costruirono il loro nuovo paese, Rovaiolo Nuovo, appunto.

Da questo preciso momento della storia la parte vecchia della città è rimasta immobile nel tempo, conservando le case in pietra con i tipici tetti neri. Nonostante i timori, il paese non è franato, anzi ha conservato un fascino e un mistero che attira turisti e visitatori da ogni dove. Anzi, ironia della sorte, un frana cadde proprio nel paese Nuovo. Ma non fece danni, e siccome tutti gli sfollati avevano trovato una sistemazione, nessuno tornò nella parte vecchia.

Definito paese fantasma, nel centro di Rovaiolo Vecchio restano poche case inghiottite dalla vegetazione, ma che all'interno conservano posate, utensili, mobili così come sono stati lasciati dopo la fuga degli abitanti.

Un progetto regionale ancora in fase di sviluppo vuole creare un itinerario turistico che parta proprio da Rovaiolo Vecchio per una passeggiata fino alla vetta del Lesima, attraversando tutta la riserva pavese. Dovrebbe essere una sorta di punto ritrovo per i turisti amanti del trekking e della natura incontaminata. Naturalmente il villaggio dovrà essere oggetto di una messa in sicurezza e di una ristrutturazione conservativa, prima che la natura si impossessi del tutto di questo museo rurale a cielo aperto.

Vedere il Borgo fantasma di Rovaiolo

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Rovaiolo non è raggiungibile in auto, ma soltanto a piedi o in bicicletta. Il sito da sempre è stato un punto di passaggio per pellegrini e mercanti lungo la "Via del Sale", un intreccio di sentieri che collegavano la pianura Padana al litorale ligure. Il sentiero iniziava a Varzi e terminava a Recco, o Genova. Rovaiolo non aveva locande per la notte, ma qui i viaggiatori si fermavano per mangiare e bere prima di intraprendere il tratto finale.

Quando si giunge a Rovaiolo dopo una ripida salita, ad accoglierci c'è una baracca con un cartello scritto a mano: «Benvenuti al Paese Fantasma». Restano poche case inghiottite dalla vegetazione, qualche recinto, una fontana con abbeveratoio e vasca per lavare i panni, un fienile e un vecchio forno. Così, come sono stati lasciati dopo la fuga. Entrando nelle porte diroccate ci sono piatti e posate nelle credenze, le coperte sui letti, cimeli di vita contadina che danno il sentore che lì, da oltre cinquant’anni, non ci vive più nessuno.

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