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Ryanair: “Chiudiamo le basi italiane a causa delle tasse”

Rotte tagliate a Pescara e ad Alghero, chiuso l’aeroporto di Crotone a partire da ottobre. La compagnia irlandese avverte: “sposteremo aeromobili e posti di lavoro Ryanair fuori dall’Italia verso altre basi Ryanair in Spagna, Grecia e Portogallo”.
A cura di Danilo Massa
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Flotta Ryanair (Foto Uff. stampa).
Flotta Ryanair (Foto Uff. stampa).

Ha i toni duri del rimbrotto il comunicato stampa diffuso da Ryanair, la compagnia low cost che, secondo i dati dell'Enac relativi al 2015, conta il maggior numero di passeggeri in Italia. Oggetto della comunicazione è l'aumento delle tasse aeroportuali che imporrebbe al vettore irlandese di tagliare i voli per Alghero e Pescara (60 e 70%) e di chiudere tutti i voli di Crotone. La polemica era stata aperta non molti giorni fa dalla IATA (International Air Transport Association), che interpretando la voce di diversi vettori – tra i quali la compagnia irlandese ed easyJet – lamentava l'aumento delle imposte aeroportuali nel Bel Paese fino al 38%. Ryanair le approssima al 40% (da €6,50 a €9) e stabilisce il nesso causa-effetto: i proventi servono "per sussidiare il fondo per la cassa integrazione degli ex piloti Alitalia".

Una "illogica decisione del Governo", sentenzia la compagnia dell'arpa che "danneggia il turismo italiano, il traffico e i posti di lavoro". Infatti, si legge ancora nella comunicazione ufficiale, "a Ryanair non è stata lasciata altra scelta" se non chiudere le predette basi, ridurre i voli e spostare i "posti di lavoro in Spagna, Grecia e Portogallo (dove non vengono addebitate tali tasse per passeggero)". Una perdita che, considera ancora il vettore irlandese, si sentirà soprattutto sull'indotto, ossia su tutti i soldi che i turisti stranieri spendono per vitto e alloggio in Italia. Insomma, il Bel Paese potrebbe diventare meno bello e, in assenza della compagnia di O'Leary, vedere scendere drasticamente i propri turisti, a meno che non faccia "come hanno fatto i governi di Belgio, Irlanda e Paesi Bassi con tasse simili": ridurle (e sale così a sei il numero dei paesi-esempio". Segue nella comunicazione tabella che mostra le conseguenze disastrose della decisione di Ryanair, sintetizzabile in: 600 posti di lavoro persi e 900.000 passeggeri in meno sulle basi di Alghero, Pescara e Crotone.

Quella contro le tasse è una delle battaglie "ideali" del vettore low cost, ma non la sola: il 25 gennaio Ryanair annunciava una petizione per abolire il diritto allo sciopero dei controllori francesi ("40° sciopero dal 2009", informava dal suo comunicato stampa). Del resto, tiene a precisare la compagnia irlandese anche all'interno dello stesso comunicato stampa, sarà la concorrenza a fare giustizia e a spostare i turisti dall'Italia agli altri paesi mediterranei. A meno che la concorrenza non agisca diversamente, magari portando ad Alghero e Pescara i velivoli di qualche compagnia mediorientale.

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