San Marzano di San Giuseppe, la comunità arbëreshe più grande d’Italia
San Marzano di San Giuseppe è un luogo unico nel suo genere. Questo comune in provincia di Taranto ospita una folta comunità arbëreshe, vale a dire di lingua e cultura albanese. Tale particolarità deriva dallo stanziamento nel XV secolo di esuli provenienti dall'Albania in seguito all'invasione turca dei Balcani. Si tratta del più vasto gruppo etnolinguistico in Italia che ha conservato usi e costumi di origine albanese. Qui si parla ancora l'arbëresh, antico dialetto albanese importato dalle popolazioni migranti e tramandato oralmente, mentre nel centro cittadino troneggia il busto di Giorgio Castriota Scanderbeg, l'eroe nazionale albanese. Oggi San Marzano mantiene ancora vive queste preziose tradizioni: è stato infatti istituito lo Sportello Linguistico Comunale che si occupa di studi, ricerche, valorizzazione della cultura locale e contatti con altre comunità italo-albanesi. Negli ultimi anni sono sorti gruppi folkloristici che cercano di salvaguardare l'identità arbëreshe. In comune si tengono inoltre corsi di lingua e cultura albanese.
L'apertura di una distilleria portò il comune ad affermarsi nella produzione di liquori. Qui infatti viene realizzato il noto Elisir di San Marzano. Un ramo della famiglia Borsci, proveniente dal Caucaso, si spostò in Albania e poi, al seguito del già citato patriota Scanderbeg, si trasferì in Puglia, a San Marzano di San Giuseppe. L'Elisir San Marzano Borsci venne ideato da Giuseppe Borsci nel 1840 seguendo un'antica ricetta tramandata dagli avi per creare un liquore dal sapore misterioso e sensuale.
Il centro di San Marzano è tranquillo e a misura d'uomo, caratterizzato dalla presenza di interessanti edifici di culto, come la Chiesa di San Carlo Borromeo e la Chiesa dell'Addolorata. In Piazza Madonna delle Grazie si trova la Galleria d'arte "La Piazzetta" che ospita interessanti mostre d'arte personali e collettive, oltre a presentazioni di libri e conferenze.
San Marzano è famosa per la sua festa dedicata a San Giuseppe, patrono del borgo. Tutto ha inizio il 18 marzo con l'accensione di un suggestivo falò e prosegue con il rito dell'inginocchiamento del cavallo davanti a San Giuseppe.
Imperdibile una visita al Santuario della Madonna delle Grazie, un'oasi di tranquillità immersa nel verde. Questo luogo dall'atmosfera mistica è ideale per raccogliersi in preghiera e meditazione. Si tratta di un'antica chiesa rupestre posta all'interno di una gravina profonda cinque metri. La suggestiva lama dove sorge l'ipogeo è caratterizzata da una serie di grotte. Ritrovamenti archeologici indicano che le cavità erano occupate fin dall'Età del Bronzo per le sepolture, mentre nel Medioevo furono utilizzate a scopo abitativo. La prima edificazione della chiesa avvenne nell'XI secolo e la chiesa primitiva venne dedicata a San Giorgio. Tra il XII e il XIV secolo venne scavata una seconda chiesa a scopo funerario, con ingresso autonomo e nicchie laterali, dove si trova l'immagine della Madonna della tenerezza. Tuttavia nel XVI secolo venne abbattuta la barriera muraria che separava i due ipogei e il complesso fu ampliato. Nella cripta vi sono affreschi in buono stato di conservazione, come un San Giorgio e una Santa Barbara. L'immagine della Vergine, infine, trasmette una dolcezza infinita e un senso di pace. La Madonna viene festeggiata secondo il rito orientale: il 2 luglio per la deposizione delle vesti e il 15 agosto per la Dormitio Virginis. Qui ogni anno, durante le festività natalizie, si svolge anche un suggestivo presepe vivente.