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Sant’Angelo in Vado, un borgo ricco d’arte e mitiche leggende

Capitale della Massa Trabaria, il borgo di Sant’Angelo in Vado sorge sull’alta valle del Metauro. Il suo passato di municipio romano è ancora vivo nella Domus del Mito, area archeologica che ospita splendidi mosaici. Il centro medievale accoglie inoltre numerosi monumenti di pregio e splendide opere d’arte.
A cura di Angela Patrono
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Sant'Angelo in Vado - Foto Wikipedia
Sant'Angelo in Vado – Foto Wikipedia

Gioiello marchigiano, Sant'Angelo in Vado sorge sull'alta valle del fiume Metauro, incastonato in un paesaggio dai toni verdeggianti. Questo comune di origini medievali conserva ancora tracce dell'antica Tiphernum Mataurense, municipio romano distrutto durante la guerra gotica. Il nome del paese deriva dall'Arcangelo Michele, a cui il borgo fu consacrato, mentre l'aggiunta "in Vado" indica il guado del fiume.

Dalla metà del XIV secolo Sant'Angelo in Vado fu soggetto ai Brancaleoni, per poi entrare nell'orbita del Ducato di Urbino grazie al matrimonio di Gentile Brancaleoni e Federico da Montefeltro. Il centro storico custodisce numerosi monumenti che parlano del suo illustre passato. Risale al Medioevo il Palazzo della Ragione con l'imponente Torre Civica (definita dai locali "El Campanon"). Tra gli edifici di culto spicca il Duomo di Sant'Angelo in Vado, dedicato a San Michele Arcangelo. Di origini antiche ma ricostruita nel Settecento, la Cattedrale presenta tre navate con due cappelle laterali. Un altro luogo da visitare è la Chiesa di San Filippo. Probabilmente datata al XV secolo, venne restaurata completamente nel 1605 con la nascita dell'erede del Duca di Urbino. All'interno, di grande interesse la cupola a stucchi dorati affrescata dal pittore nordico August Albrecht di Wallenstein, mentre presso l'altare maggiore si trova una statua lignea dell'Annunziata attribuita al Ghiberti. Inoltre qui è collocata una splendida Annunciazione di Raffaellino del Colle, famoso artista e allievo di Raffaello. Si tratta dell'unico esemplare di libro-altare presente nelle Marche. Il dipinto nasconde una vera sorpresa: è infatti costituito da uno sportello che, all'apertura, rivela la statua di un Crocifisso. Le ante presentano due dipinti: sulla prima troviamo l'autoritratto dello stesso Raffaellino del Colle, raffiguratosi su un cavallo bianco, mentre sull'altra, in posa penitente, è immortalato Longino, il soldato che trafisse il costato di Gesù.

Da vedere anche la Chiesa di Santa Maria Extra Muros, ricca di numerose opere d'arte ad opera degli Zuccari, famiglia di celebri intagliatori. Sant'Angelo in Vado è infatti la città natale dei suoi principali esponenti, Taddeo e Federico Zuccari. Quest'ultimo, sul finire del XVI secolo, realizzò la più imponente rappresentazione figurativa della Divina Commedia mai realizzata, con 89 grandi tavole a matita nera e rossa, oggi conservate presso il Gabinetto dei Disegni e Stampe degli Uffizi, a Firenze. Altre chiese degne di nota sono la Chiesa dei Servi di Maria e la Chiesa di Santa Caterina delle Bastarde, appartenente alla Confraternita di di S. Caterina del Gonfalone, dedita all'assistenza e all'educazione delle trovatelle (le bastarde) della Massa Trabaria.

Di grande interesse i palazzi storici, come Palazzo Santinelli, Grifoni, Clavari, ma anche Palazzo Nardini-Ridarelli, edificato fra il XV e il XVI secolo, il secentesco Palazzo Fagnani e Palazzo Mercuri. I sotterranei di Palazzo Mercuri ospitano il Museo Demoantropologico I Vecchi Mestieri che espone i tradizionali strumenti di lavoro in uso nelle botteghe appena qualche decennio fa. L'ambiente presenta una meticolosa ricostruzione dei laboratori del falegname del fabbro e del calzolaio, oltre a prodotti di oreficeria, ebanisteria e ferro battuto. Sempre a Palazzo Mercuri si trova il Museo Archeologico della città con numerosi reperti di epoca romana.

A testimonianza di quel periodo glorioso, la Domus del Mito conserva splendidi mosaici bicromi e policromi risalenti alla fine del I secolo d.C., in un'area dall'ampiezza di circa 1000 metri quadrati. Il ritrovamento risale solo a pochi anni fa. Si tratta di un'attrazione non molto conosciuta, ma che merita assolutamente una visita per la bellezza dei suoi pavimenti musivi decorati con soggetti a tema mitologico. In più, se siete veri romantici, sappiate che la domus racchiude una leggenda d'amore. Si racconta che fosse un dono degli Dei per benedire un amore osteggiato tra due giovani: lui, figlio di un ricco patrizio romano, commerciante di legname; lei, umile figlia dei servi celtici. Più diversi di così non potevano essere: lui moro e dalla carnagione olivastra; lei bionda dagli occhi occhi azzurri. Poli opposti, agli antipodi, come il giorno e la notte: eppure tra loro scoccò la scintilla dell'amore. Travolti dalla passione, i due iniziarono a incontrarsi in segreto, finché il padre di lui non li scoprì. Ma il ragazzo ebbe il coraggio di ribellarsi e gli Dei, colpiti dalla purezza e dalla forza di questo sentimento, donarono la Domus ai due innamorati, i quali arrivarono persino a raffigurarsi nei pavimenti decorati. Come testimonianza concreta del loro amore, i due giovani lasciarono due gustosi frutti della terra: il tartufo bianco e il tartufo nero, che simboleggiano proprio i due giovani, opposti ma complementari. Sant'Angelo in Vado è infatti la capitale del Tartufo Bianco pregiato; nelle ultime tre settimane di ottobre e nella prima di novembre si tiene la Mostra Nazionale del Tartufo Bianco. Un altro prodotto tipico di questa terra è il Santangiolino, caratteristico vino locale.

Se adorate la natura incontaminata, non potete perdere un'escursione alla Balza del Metauro, anche nota come Cascata del Sasso. Si tratta di una delle cascate più grandi e belle d'Italia, generata da strati calcarei resistenti all'azione fluviale. La cascata è alta circa 12 metri e larga 60. Circondato da una vegetazione di salici e pioppi, lo scenario è di quelli spettacolari. Nell'area si possono avvistare anche uccelli come il martin pescatore, la ballerina bianca e la ballerina gialla. Il luogo è raggiungibile tramite un sentiero boschivo.

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