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Lo strano paese divorato dalle rocce: Setenil de las Bodegas, in Spagna

Un enorme ammasso roccioso sta inglobando poco a poco questo piccolo villaggio spagnolo. Ma niente paura, è solo un’impressione: in realtà le case sono lì da secoli, e molte di esse sono ricavate all’interno della pietra stessa. Quello che vedrete è un paesino con uno degli scenari più inusuali del mondo.
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In viaggio per la torrida Andalusia, in Spagna, non mancano le occasioni per lamentarsi di un sole alquanto inclemente, soprattutto durante il periodo estivo. Ed è certo che se siete nel bel pieno di un'avventura on the road le soste saranno direttamente proporzionali alla vostra ricerca di refrigerio. Be', state tranquilli, perché c'è un paese dove l'ombra non manca mai. E dove gli abitanti vivono letteralmente sotto un sasso. Una roccia, per la precisione, e anche di enormi proporzioni. È Setenil de las Bodegas, nella provincia di Cadice.

Setenil de las Bodegas è uno dei paesi più strani del mondo, perché le sue case sembra siano state inglobate dalla pietra. Il paese conta poco più di 3.000 abitanti. La prima cosa che questi vedono, quando escono dalle loro abitazioni, è l'enorme formazione rocciosa che corre attraverso le strade. La pietra non li abbandona per tutto il tempo della loro passeggiata, sia che vadano a fare la spesa o che vadano al bar a prendersi un caffè. E al loro ritorno a casa la situazione non cambia: perché l'interno delle costruzioni più antiche è fatto della stessa pietra che ha tenuto loro compagnia per l'intero corso della giornata.

Foto di Joao Alves
Foto di Joao Alves

Vista da fuori, la roccia sembra un'entità vivente che cresce e divora le case a poco a poco. La realtà è però ben altra: l'odierna Setenil è l'evoluzione di una città che ci arriva dritta dritta dalla preistoria. Da quando l'uomo cioè usava abitare le caverne. Ma in quest'area particolare non si limitava a risiedervi, bensì a modellarle a suo piacimento, come ci dimostrano le pitture rinvenute nella non lontana Cueva de la Pileta, e che testimoniano le abitudini delle popolazioni di 25.000 anni fa. Similmente ad altre città rupestri esistenti al mondo lo sviluppo urbanistico è avvenuto in piena sintonia con madre natura. In questo caso, però, gli abitanti di Setenil si sono limitati a costruire solo la facciata delle loro case, laddove queste si trovino sotto l'enorme ammasso roccioso.

Setenil de las Bodegas è infatti sviluppata su più livelli: le case che si trovano al di sopra della roccia sono costruzioni complete. Quelle di sotto condividono le loro pareti edificate con quelle naturali in pietra. Tutte le costruzioni sono dipinte di bianco, riflettendo la tipica architettura andalusa che rifugge la luce solare. Ma la domanda che ci poniamo è: perché i primi abitanti di questo luogo hanno scelto uno scenario così particolare? È presto detto: le pareti rocciose sono nient'altro che quelle di una gola scavata dal Rio Trejo. L'acqua del fiume è la motivazione principale che ha attirato i colonizzatori. La seconda, come abbiamo detto all'inizio, è l'ombra permanente offerta dalle rocce in un territorio che può raggiungere temperature estreme durante l'anno. La terza, non meno importante, è una fortificazione naturale che protegge dagli attacchi dei nemici.

Foto di Juanjo Garrido

Il nome stesso del paese ci racconta una storia molto interessante. Secondo la tradizione, infatti, Setenil deriva dal latino "septem nihil", ovvero sette volte no. Il riferimento è ai tentativi di attacco andati a male che la città ha subito da parte dei cristiani durante la Reconquista. Fu anzi uno degli ultimi bastioni a cadere. I Mori venuti dall'Africa occupavano questa parte della penisola iberica sin dal 711, e fu solo dopo un lungo processo di 750 anni che vennero definitivamente espulsi dalla Spagna, nel 1492. Setenil cadde nel 1484 al settimo assedio. La sua conquista fu talmente importante da un punto di vista strategico che la vittoria fu celebrata in tutta la Castiglia.

Per quanto riguarda la seconda parte del nome, ci sono due teorie in proposito. La prima è che gli abitanti la aggiunsero al nome di Setenil nel XV secolo con orgoglioso riferimento ai numerosi vigneti che coltivavano nell'area circostante e di conseguenza alle "botteghe" che vendevano il celebre vino andaluso. Purtroppo un'epidemia parassitaria ha distrutto tutti i vigneti negli anni Sessanta dell'Ottocento. La seconda teoria è che le botteghe sono in realtà gli enormi magazzini ricavati al di sotto delle rocce, che sono capaci di tenere al fresco ogni tipo di prodotto eno-gastronomico anche nelle estati più calde. Un viaggio da queste parti non vi garantirà quindi solo un posto all'ombra, ma anche la possibilità di consumare pasti a base di ottimo chorizo, maiale iberico, olio d'oliva, miele, marmellate e il vino di cui sopra.

Foto di manuelfloresv

Ma cosa c'è da fare e da vedere a Setenil de las Bodegas, a parte riempirsi lo stomaco? Be', il villaggio antico rappresenta senza dubbio un'attrazione di per sé, con le sue case nella roccia. Ma se non vi basta, non mancano gli edifici storici. Primo tra tutti la fortezza del XIII secolo, appartenuta alla dinastia musulmana dei Nasridi che governò la città dopo gli Almohadi:  mantiene intatta tutta la sua struttura medievale, con ben 40 torri a decorarne la cinta muraria. La città è poi ricca di chiese ed eremi, come quello di San Sebastiano: secondo la leggenda la regina Isabella di Castiglia avrebbe abortito durante un assedio, e l'eremo sarebbe stato edificato in memoria del bimbo defunto. Ma, appunto, è una leggenda. L'eremo di San Benito sorge invece all'interno di una vecchia moschea moresca. D'altronde dopo la Reconquista la cristianità ha preso il sopravvento in ogni dove in Spagna, e Setenil non è da meno. Il numero di chiese non si conta, e le feste patronali in onore di San Sebastiano e della Vergine del Carmine sono molto sentite. Di particolare importanza è la Settimana Santa, evento dichiarato di Interesse Turistico Nazionale dell'Andalusia, e che vede la lotta dei cortei organizzati da due confraternite.

Per arrivare a Setenil de las Bodegas da Cadice bisogna prendere l'autostrada A-382 (143 km) in direzione di Olvera. Da Siviglia occorre invece immettersi sulla A-473 verso Utrera y El Coronil (147 km). Varie compagnie di autobus raggiungono la città, tutte con sede a Ronda: Los Amarillos, Sierra de las Nieves, Los Comes. Per arrivare in treno, utilizzando i trasporti ferroviari della Renfe, si giunge a una stazione a 5 km dal paese, che appartiene alla linea Algeciras-Granada. Infine gli aeroporti di riferimento sono quelli di Jerez (114 Km), Malaga (118 km) e Siviglia (147 km). Segnatevi quest'altra tappa fondamentale nel vostro viaggio in Spagna.

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