Trani: le meraviglie della Chiesa di San Giacomo
La bellissima Trani è una riserva inesauribile di tesori artistici: oltre alla suggestiva Cattedrale, il centro storico della città pugliese ospita un piccolo gioiello, sconosciuto ai più, ma che vale la pena di visitare. Si tratta della Chiesa di San Giacomo, pregevole esempio dello stile romanico in Puglia.
La chiesa venne eretta nel XIII secolo, ma potrebbe addirittura risalire a fine XI secolo inizio XII. Tuttavia l'attuale edificio deriva da un rimaneggiamento seicentesco. Secondo la tradizione, la chiesa fu il primo luogo di sepoltura di San Nicola Pellegrino dal 1094, anno della morte, fino al 1142, quando il corpo del santo fu traslato nella Cattedrale di Trani. In origine il luogo di culto era intitolato a Santa Maria de Russis, per via di una colonia russa stanziatasi durante il XIII secolo nella fiorente città portuale di Trani. Nel 1645 la chiesa mutò il nome in quello di S.Giacomo, per aver ospitato l’omonima confraternita. Nel corso del Seicento la chiesa venne ristrutturata e totalmente rimaneggiata a totale spese del canonico Vito Antonio Fontanella. Devastata da un incendio nel 1902, la chiesa perse il suo arredo barocco.
La facciata della chiesa è decorata da 45 sculture antropomorfe e zoomorfe, allegorie di virtù cristiane e simboli di salvezza divina. Significative le personificazioni dei dodici Mesi dell'anno che svolgono mansioni legati al ciclo delle stagioni, santificando il tempo umano come espressione dell'incarnazione di Cristo e il lavoro come strumento di salvezza. Si possono riconoscere anche le statue di numerosi animali ispirati ai bestiari medievali: l'aquila, il cervo, il liocorno, l'orsa, il cinghiale, la civetta, l'asino selvatico. Anche il portale è ornato da sculture a carattere zoomorfo, veicoli di una simbologia salvifica in chiave cristiana: il grifo, il leone, gli elefanti.
L'antica presenza di un culto ortodosso nella chiesa è testimoniato dal meraviglioso affresco duecentesco nella conca di un'abside minore. L'opera rappresenterebbe una basilissa, Teodora di Costantinopoli o Irene la Grande; entrambe le figure sono venerate come sante dalla sola Chiesa d'Oriente. Da visitare anche la sagrestia con brani di dipinti murali del Seicento e la cripta seicentesca.