307 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

In vacanza non abbiate paura degli squali, ma dei selfie

Qual è il peggior pericolo che può capitarvi in vacanza? L’attacco di uno squalo? No, il selfie. L’amato-odiato autoscatto può risultare più letale dell’incontro ravvicinato con un predatore marino.
A cura di Angela Patrono
307 CONDIVISIONI
Immagine

Mai come nell'estate 2015 gli squali hanno fatto notizia. Dall'America all'Australia, i feroci predatori marini hanno dominato i media di tutto il mondo per i loro attacchi senza precedenti. Non si contano gli episodi che li hanno visti protagonisti: dalle coste del North Carolina dove si sono verificati sette attacchi, al surfista campione del mondo Mick Fanning assalito alle spalle da due squali in Sudafrica, fino al contatto molto ravvicinato di Craig Ison che si è salvato prendendo a pugni l'animale. Alcuni sfortunati nuotatori ci hanno rimesso gambe o braccia, altri (pochi in verità) le penne. Queste storie amplificano il nostro senso di terrore e accrescono il panico verso i minacciosi carnivori marini. Eppure il vero pericolo in vacanza non è costituito dagli squali, ma da una mania innocua, almeno in apparenza: il selfie.

Basta dare uno sguardo ai numeri: fino ad agosto si sono registrate "solo" otto vittime a causa degli squali, mentre il numero delle "morti da selfie" arriva almeno a quota dieci, se si escludono quelle non documentate. Sopravvivere all'attacco di uno squalo sarebbe quindi più facile che scampare a un autoscatto letale. Secondo Reuters, il Ministro dell'Interno russo ha reagito alle "dozzine" di morti e feriti per un selfie pubblicando una serie di bizzarri segnali di divieto: tra questi, il divieto di fare selfie con animali feroci, sui tetti degli edifici, sui binari del treno o mentre si maneggiano armi da fuoco.

Perfino il Parco Nazionale di Yellowstone è dovuto correre ai ripari dopo il ferimento di alcuni turisti intenti a scattarsi un allegro selfie insieme ai bisonti. Peccato che gli animali non fossero dello stesso avviso. C'è chi, come la russa Xenia Ignatyeva, ha perso la vita a soli 17 anni folgorata da un cavo dopo essere caduta dal ponte dove stava posando per stupire gli amici. O chi, come il 21enne Oscar Otero Aguilar, è morto per un selfie mentre maneggiava una pistola. O ancora chi, come una coppia polacca in vacanza in Portogallo, è precipitato da una scogliera mentre cercava di immortalare il momento fatato, poi diventato fatale. Altro che squali, il vostro vero nemico è il selfie stick. Tenetelo bene a mente.

307 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views