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L’Etiopia è la migliore meta turistica del 2015

L’Etiopia è stata scelta come meta turistica del 2015 dal Consiglio Europeo del Turismo. Merito delle sue bellezze naturalistiche e culturali, che attirano sempre più visitatori.
A cura di Angela Patrono
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L'Etiopia è la migliore destinazione turistica dell'anno. Lo ha stabilito il Consiglio Europeo del Turismo, organizzazione non profit dell'Unione Europea che riunisce gli operatori professionali del settore turistico. L'Etiopia è stata scelta per l'ottima valorizzazione delle sue bellezze storiche e naturali "anche da un punto di vista sociale". Secondo stato più popoloso del continente africano, l'Etiopia è un paese dalla storia millenaria che custodisce immensi tesori tutti da scoprire e punta sulla salvaguardia dei siti patrimonio dell'umanità. Tra questi c'è Fasil Ghebbi, residenza degli imperatori etiopi tra il XVI e il XVII secolo, senza contare le chiese rupestri di Lalibela, risalenti al XIII secolo, e le rovine imperiali di Axum, centro dell'antica cultura etiope. Il paese è noto anche per Harar Julol, considerata la quarta città islamica con 82 moschee e 102 santuari.

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[Parco Nazionale del Semien (Foto di Wikipedia)]

Un altro importante sito Unesco è la zona di Konso, puntellata di fortificazioni e terrazzamenti, così come la bassa valle del Awash, dove l'umanità ha mosso i primi passi: qui sono stati ritrovati i fossili di Lucy. Ma l'Etiopia vanta anche meraviglie naturali da lasciare a bocca aperta come lo spettacolare vulcano blu o il Parco Nazionale del Semien, altopiano Patrimonio Unesco dove l'erosione ha creato paesaggi mozzafiato con valli profonde e cime frastagliate che toccano i 1500 metri d'altezza. Secondo i dati della Banca Mondiale, il turismo etiope è cresciuto in maniera esponenziale: nel 2013 sono stati accolti 681.000 visitatori rispetto ai 468.000 del 2010. Il turismo in Etiopia è considerato dal governo un mezzo di sostentamento primario per lo sradicamento della povertà, lo sviluppo della comunità locale e l'indipendenza economica.

[In apertura: Fasil Ghebbi, foto di Wikipedia]

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