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Santa Maria dei Lattani, un santuario ricco di arte e spiritualità

Incastonato tra boschi di castagni sorge il santuario di Maria Santissima dei Lattani a Roccamonfina, in provincia di Caserta. Un luogo di culto tra storia e leggenda dove lasciarsi ispirare dal silenzio della natura e ritrovare il contatto con la propria spiritualità.
A cura di Angela Patrono
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Santuario dei Lattani - Foto Wikimedia Commons
Santuario dei Lattani – Foto Wikimedia Commons

A Roccamonfina, in provincia di Caserta, sorge il santuario di Maria Santissima dei Lattani, un edificio religioso immerso nel verde dove respirare pura serenità e ritrovare il contatto con la propria essenza più autentica. Questo santuario mariano si trova sul Monte dei Lattani a 850 metri di altitudine, in corrispondenza di un cratere vulcanico ormai spento. Le vedute panoramiche regalano un'atmosfera di pace e spiritualità che rischiara il cuore. Lo sguardo si perde all'orizzonte e la vista spazia tra le immense valli di castagneti che digradano verso il golfo: uno scenario che non si dimentica.

Il santuario vanta una storia secolare. Venne infatti fondato nel 1430 da San Bernardino da Siena e San Giacomo della Marca, giunti sul luogo a seguito del ritrovamento di una statua della Vergine. Dopo la fondazione di una piccola cappella, la struttura venne ampliata tra il 1448 e il 1507. Nel 1446, nel frattempo, papa Eugenio IV aveva affidato il convento ai Francescani. Infine, nel marzo 1970, papa Paolo IV elevò il complesso al rango di basilica minore.

La denominazione "dei Lattani" potrebbe avere un significato ambivalente ed è tuttora oggetto di discussione. Per alcuni potrebbe riferirsi all'ubicazione del ritrovamento della Sacra Icona. C'è chi parla di un luogo legato a un culto delle acque: proprio "Santa Maria delle Fonti" è il nome che attribuisce al santuario P. Francesco Gonzaga nella sua opera De Origine Seraphicae Religionis Franciscanae de Observatia (XVI secolo). Per altri, invece indicherebbe una capretta "lattifera" che fu responsabile della miracolosa scoperta. Tra gli abitanti del posto si tramanda infatti un racconto che sconfina nella leggenda. Intorno al 1430 un pastorello che portava le sue capre a pascolare sul monte notò che uno dei suoi animali si allontanava dal gregge e alla sera era quello che dava più latte. Incuriosito, decise di seguire la capra e si ritrovò davanti a una grotta, mentre l'animale si accingeva a brucare un'erba prodigiosa che cresceva davanti alla spelonca. Entrato nella caverna, il giovane vi trovò un baule custodito da un serpente con due chiavi in bocca. Allarmato, accorse a chiamare amici e parenti e finalmente il baule rivelò il suo contenuto: una preziosa icona con l'effigie della Vergine in pietra lavica.

Convento dei frati francescani - Foto Wikimedia Commons
Convento dei frati francescani – Foto Wikimedia Commons

In oltre cinque secoli il complesso architettonico è stato oggetto di numerosi rimaneggiamenti e restauri, tanto che a oggi la sua struttura risulta stratificata. Il ricco apparato decorativo è riconducibile in massima parte al periodo durazzesco e aragonese del Regno di Napoli per la fine lavorazione degli elementi scultorei. Gli edifici del convento si aprono su un ampio cortile interno che si spalanca sul panorama incastonato tra castagneti secolari. Vi si affacciano la chiesa, il convento dei frati francescani e un edificio costruito al momento della fondazione, detto "Protoconventino" o "romitaggio di San Bernardino".

Capitello del portico - Foto Wikimedia Commons
Capitello del portico – Foto Wikimedia Commons

La facciata e l'interno della chiesa presentano un'architettura tardogotica con elementi classicheggianti. Sul cornicione si staglia l'affresco della Madonna con Bambino e Angeli, datato 1507 mentre la Cappella dedicata alla Vergine dei Lattani, con cupola affrescata, ospita la famosa statua della Madonna con Bambino. L'interno a unica navata conserva affreschi risalenti ai secoli XV e XVII.  Degne di nota sono una tavola col Cristo Crocifisso tra la Madonna, san Francesco stigmatizzato e San Giovanni Evangelista, databile agli anni Settanta del XVI secolo, e di una tela con Santo Stefano Protomartire, San Giacomo della Marca e San Bernardino da Siena, ascrivibile al XVII secolo. Sulle pareti perimetrali del chiostro sono presenti affreschi seicenteschi che raffigurano la vita di San Francesco, a opera del frate del convento Tommaso da Nola. Luogo ricco di devozione e spiritualità è la grotta del rinvenimento miracoloso, dove si trovano numerosi rosari ed ex voto lasciati dai pellegrini. Nella corte si trova la fontana della Madonna, sovrastata da un quadro maiolicano che raffigura la storia del ritrovamento dell'icona. L'acqua, ritenuta miracolosa, sgorga direttamente dalla sorgente nella grotta. Oggi la Madonna dei Lattani è protettrice dei lattanti e sono in molti i fedeli che vengono ad abbeverarsi alla sua fonte per chiedere la grazia di un figlio.

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