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Visitare Petra in Giordania: una meraviglia moderna nel deserto mediorientale

Iscritta nella lista dei patrimoni dell’Unesco, e considerata una sette meraviglie del mondo moderno, la “città rosa” è uno degli itinerari più belli della Giordania.
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Visitare Petra in Giordania

Tra i siti archeologici più famosi al mondo, Petra in Giordania viene ormai considerata una delle sette meraviglie del mondo moderno. Non c'è da stupirsi, dal momento che parliamo di un'intera città scavata nella roccia, le cui prime costruzioni risalgono addirittura a tre-quattro secoli prima di Cristo. Inoltre è una importante testimonianza del passaggio di numerose popolazioni, dal momento che i suoi edifici sono stati costruiti in epoca greca, bizantina e romana. Definita la città rosa, per le tonalità di colore che le rocce assumono man mano che ci si avvicina al tramonto, Petra è stata inserita nella lista dei patrimoni dell'umanità dell'Unesco.

Il suo fascino è tale che è stata utilizzata come set naturale di numerosi film, tra i quali il più emblematico è "Indiana Jones e l'ultima crociata". In esso la facciata del monumento di El Khasneh è diventata l'ingresso del tempio che custodiva il Santo Graal: celebre è il momento in cui i protagonisti del film percorrono a cavallo il Siq, la gola che porta al tempio, e si ritrovano di fronte a questo immenso edificio di pietra. Il senso di avventura e mistero che quell'inquadratura ha sempre creato negli amanti della pellicola può essere rivissuto esplorando il sito e percorrendo la gola proprio a cavallo, ma anche a piedi. La città di Petra è infatti ben nascosta all'interno di un wadi, ovvero un canyon tipicamente presente nelle regioni desertiche mediorientali. Tanto nascosta che per più di mille anni il sito è stato dimenticato, fino a quando nel 1812 un esploratore svizzero di nome Johann Ludwig Burckhardt l'ha fatta riscoprire al mondo intero. E ancora oggi il sito è soggetto a scavi che ne riportino alla luce i resti.

L'itinerario di Petra è una delle meraviglie della Giordania: dopo aver pagato l'accesso al sito ci si incammina per una stradina pedonale affiancata da un percorso a cavallo, dove si cominciano a vedere i primi edifici in pietra. Si fa poi l'ingresso al Siq, una lunga gola dove si ammirano le rocce di pietra arenaria nelle quali è scavato un canale per l'acqua che fa parte del sistema dell'acquedotto. All'uscita dal Siq si rivela in tutta la sua imponenza e maestosità El Khasneh, il Tesoro del Faraone, il primo di una serie di bellissimi edifici scolpiti nella roccia, tra cui ricordiamo il Monastero, la Chiesa, il Tempio Grande e Qasr al-Bint, e le Tombe Reali. A questi seguono i resti della parte edificata dai romani dopo la loro conquista, tra cui l'Anfiteatro, ampliato da uno già esistente, la strada colonnata e la Porta di Traiano. Un itinerario bellissimo, che perde un poco del suo fascino a causa delle bancarelle e dei venditori ambulanti che cercano di vendere (false) monete antiche. E che si può concludere con un pranzo in un modernissimo ristorante che, anche se totalmente fuori contesto rispetto al posto, ha il pregio di affacciare su un altro bellissimo wadi immerso nel verde.

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