Le 7 esperienze di viaggio più avventurose per il 2015 secondo la Lonely Planet
Lonely Planet torna a ispirarci. Nonostante le insistenti voci che la vogliono sempre in crisi (soprattutto da quando è stata svenduta a un americano) la mitica guida di viaggi australiana non smette di essere un faro nelle rotte dei naviganti di mezzo mondo. Soprattutto di quelli che cercano sempre nuove esperienze, ma non hanno idea di dove sbattere la testa. Già, come di consueto verso la fine di ogni anno, Lonely Planet ci aveva suggerito i 10 luoghi migliori da visitare nel 2015. Ora ci indica anche alcune esperienze top per il nuovo anno, in un ebook gratuito di recente uscita sul suo sito ufficiale. In tutto 26 suggerimenti, tra degustazioni, eventi culturali e soprattutto iniziative avventurose. E noi abbiamo selezionato proprio queste ultime, seguendo lo spirito originale di Maureen e Thony Wheeler.
Cape canopy tour in Sudafrica
Foto di jumblejet
Ad agosto 2015 la Hottentots Holland Nature Reserve di Elgin inizierà un tour che sicuramente renderà la visita a questa riserva naturale ancora più interessante. Il Cape Canopy tour permetterà di esplorare l'area protetta volando letteralmente da un albero all'altro tramite un sistema di teleferiche, o zipline per dirla al'inglese: 320 metri in tutto, distribuite su 13 piattaforme. Si potranno sorvolare casacate, valli e altre aree selvagge prima precluse al pubblico. Naturalmente sotto l'attenta supervisone di guide autorizzate che porteranno in giro i grupi di turisti a bordo di una 4×4.
Whale watching in Argentina
Foto di Ross Huggett
I mari attorno alla Penisola di Valdés sono perfetti per l'avvistamento della balena franca australe, un cetaceo conosciuto per la sua curiosità che avvicina spesso le barche e comincia a schizzarle giocosamente con la coda. Purtroppo non sempre si è fortunati nell'avvistamento, perché a volte le balene non affiorano in superficie. Lonely Planet suggerisce per cui di organizare un whale watching tramite lo Yellow Submarine del tour operator Southern Spirit. A dispetto del nome, non si tratta di un vero sottomarino, ma di una barca con una cabina sotto il livelo delle acque, larga 17 metri e dotata di 40 finestrini dalla vista totalmente libera che permettono di osservare le balene quando rimangono sott'acqua. Il periodo migliore va da metà giugno a metà dicembre, ma nel resto dell'ano la barca è usata per l'avvistamento dei leoni marini.
Il nuovo Caminito del Rey, Spagna
Foto di akx
Vi ricordate il Caminito del Rey? Ve ne avevamo parlato come uno dei sentieri più pericolosi del mondo, dove addirittura avevano perso la vita 5 escursonisti. Si trattava di un vecchio percorso che camminava lungo le pareti di una montagna a ridosso di due burroni, che durante i decenni era caduto in rovina, perdendo letteralmente i pezzi. Era diventata quindi meta dei trekker più avventurosi. Non più oggi: il govermo ha finalmente compiuto il suo lungo progetto di restaurazione e ora il sentiero è ritornato accessibile a tutti. La vista rimane spettacolare ma viene da chiedersi: ora che è sparito il fattore adrenalina quanti saranno i turisti che avranno davvero voglia di andarci?
La calotta glaciale di Langjökull, Islanda
Foto di Daniel
La calotta glaciale di Langjökull è la seconda più grande di tutta l'Europa, ma dai turisti è sempre stata osservata solo da lontano. Durante il periodo estivo è infatti per lo più avvolta nella nebbia, e veniva inclusa in un itinerario generico di visita ai ghiacciai. Ma un gruppo di intrepidi islandesi ha deciso di scavarci un tunnel lungo 500 metri e renderla accessibile ai visitatori. La nuova attrazone turistica sarà aperta da maggio 2015: i tour partiranno dalla capitale Reykjavík o dal vicino resort di Húsafell. I visitatori potranno esplorare il ghiacciaio al suo interno, e vi troveranno anche delle mostre allestite per l'occasione, un bar, e persino una cappella per chi volesse convolare a nozze in un luogo inusuale.
Il sentiero del guayusa, Ecuador
Foto di Warren Talbot
Questo percorso è attivo già dall'estate scorsa e sembra riscuotere molto successo. Si tratta di un cammino storico-culturale alla scoperta di una pianta da infuso usata dagli indigeni Quechua. Il guayusa è ricco in caffeina, ha proprietà antiossidanti ed è un ottimo calmante. Ancora oggi i Quechua usano berlo al mattino prima dell'alba come rito tradizionale, durante il quale si raccontano i sogni avuti la notte trascorsa. Da poco la pianta viene esportata nel mondo, e il sentiero nella provincia di Napo porta alla scoperta delle fattorie dove questa viene coltivata, chiamate chackra, per partecipare al rituale indigeno e scoprire qualcosa di più su questa nuova fonte dell'economia locale. Il tutto si svolge nel pieno rispetto delle tradizioni rurali.
Le sfere di pietra di Diquís, Costa Rica
Foto da Wikimedia
Il turismo archeologico è qualcosa di praticamente sconosciuto in Costa Rica. Questo paese è famoso per le sue spiagge e le foreste tropicali, ma quando si tratta dei resti delle civiltà pre-colombiane c'è ben poco da osservare. Una notevole eccezione sono però le sfere di pietra di Diquís, un affascinante quanto misterioso reperto storico. Si tratta di un collettivo di 300 sfere realizzate in pietra tra gli anni 500 e 1500, il cui diametro va da pochi centimetri ad almeno tre metri. Prendono il nome dalla popolazione Diquís a cui vengono attribuite: ma in realtà ben poco si sa sul loro significato. La loro scoperta risale al 1930, e da allora le pietre sono state prelevate per diventare oggetto d'arredo di giardini e palazzi. Alcune sono state fatte saltare da illusi che speravano di trovarci dell'oro dentro. Fortunatamente un sito di ritrovamento, chiamato Finca 6, è rimasto intoccato, e qui si possono trovare molte delle sfere nella loro posizione originale. L'area è stata dichiarata nel 2014 Patrimonio del'Umanità Unesco.
Una notte tribale, Papua Nuova Guinea
Le tribù della Papua Nuova Guinea sono entrate in contatto con il mondo occidentale prevalentemente in questo secolo. L'accoglienza dello straniero è diventata un ottimo spunto per un nuovo tipo di turismo: quello che vede i visitatori passare una o più notti con una tribù del luogo. Una pratica usata prima da quegli avventurosi viaggiatori che si mettevano in contatto con le comunità tribali direttamente sul luogo, ma che oggi viene favorita da una struttura intermediaria, che è un centro diving della regione di Tufi nella provincia di Oro. Il booking infatti non viene fatto certamente online, dal momento che questi vilaggi non hanno corrente elettrica, figuriamoci internet.
[In apertura: foto di Frontierofficial]