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Quando l’arte inganna e diverte: il Trick Eye Museum

In Corea del Sud vi è una catena di musei strani tutti dedicati al trompe-l’œil, ovvero le opere d’arte illusorie. Qui lo spettatore diventa parte integrante delle opere e soddisfa il suo desiderio di portarsi a casa gli scatti più bizzarri.
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Trick Eye Museum

Avete presente quando i turisti si mettono in posa per quelle foto imbarazzanti dove reggono monumenti, imitano statue, assumono posizioni strane e altre ridicole amenità? E la sensazione irritante e fastidiosa che provate quando vedete quei sorrisi stampati, nella presunzione illusoria di dare vita a uno scatto originale e fantasioso? Certo, non vorreste proprio averli di fronte alla vostra vista. Anzi, magari vorreste confinarli tutti in un posto al chiuso lontano da tutti, dove si divertano tra di loro a fare foto ridicole e a impostare pose ed espressioni grottesche. Ebbene, quel posto esiste, ed è il paradiso per gli amanti degli scatti "d'autore": è il Trick Eye Museum di Seul, in Corea del Sud.

Situato nel distretto di Hongdae, nella capitale sudcoreana, questo museo è dedicato a una sola cosa: all'arte di ingannare l'occhio, come il nome stesso lascia intendere. O, per dirla alla francese, trompe-l'œil. Vi suona familiare? Sicuramente sì. Perché il trompe-l'œil è una tecnica pittorica (o scultorea, a seconda dei casi) che vuole far vedere allo spettatore ciò che non è. Ingannare l'occhio appunto. Con quadri che ritraggono soggetti che escono dalla cornice, murales che dipingono finestre da cui si affacciano delle persone, cupole che riproducono volte celesti, e così via. Il solo limite è l'immaginazione. Perché il limite dello spazio fisico, quello reale, viene appunto ingannato dall'occhio. O meglio, dall'abilità dell'artista.

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Il Trick Eye Museum è un museo tutto dedito a quest'arte. Non espone però trompe-l'œil famosi di artisti conosciuti. Ne crea invece di nuovi. Da osservare. Fotografare. E toccare. Sì, perché si tratta di un museo interattivo. Che viene appunto incontro a quella smodata passione di molti fotografi di voler fare foto assurde e irreali. I visitatori del museo sono chiamati a prendere parte all'opera d'arte, a immergercisi, diventare un tutt'uno con essa. Per mettersi in posa e, con la complicità di un amico, effettuare uno scatto con la giusta angolazione: in modo da ottenere una foto che più assurda non si può.

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E si vira sul drammatico: ci si può trovare strangolati e in procinto di essere divorati da un'idra, oppure cavalcare il famoso cavallo alato Pegaso. Si può essere infilzati dalla lancia di un cavaliere medievale, o la propria testa può essere esposta su un tavolo per far parte di una natura morta. Naturalmente ci sono opzioni anche meno epiche e violente: come versare un bicchiere di vino a un signorotto oppure prendere in consegna un pezzo di sushi gigante da un cuoco giapponese. O, tra le scelte più popolari, farsi… ehm, fare pipì addosso da un bambino.

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Vi sono anche quadri che riproducono opere famose. Come la Zattera della Medusa di Géricault, di cui si può essere uno dei naufraghi. Oppure si può essere pietrificati dallo sguardo della testa mozzata della Medusa tenuta in mano da Perseo, come nel famoso dipinto di Luca Giordano. O si può addirittura far parte di uno dei quadri trompe-l'œil più famosi: Sfuggendo alla critica, di Pere Borrell del Caso, dove a scappare dalla cornice sareste proprio voi. Le opere sono accomunate tutte da uno stile pseudo-rinascimentale, come a voler pretendere che siano tutti pezzi originali di qualche secolo fa. Come se l'inganno dell'occhio non fosse già abbastanza.

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Le illusioni ottiche però non si limitano agli scimmiottamenti di opere d'arte. Si possono trovare anche pezzi alquanto originali. Come una piccola scultura in mattoni che all'apparenza non ha forma ma che, se illuminata da due diverse angolazioni, proietta sul muro due ombre diverse: una riproduce la statua del Pensatore di Rodin, l'altra la Venere di Milo! Vi sono poi le stanze tematiche. Come quelle che hanno oggetti e mobilia sotto sopra, in modo che il visitatore possa farsi una foto in cui sembra che stia in piedi sul soffitto o cammini sui muri. Tra tanti quadri e sculture strane ce n'è però una che sembra essere in contrasto con il tema di tutte le altre: la statua in bronzo di un bambino che defeca sul pavimento. La sua presenza? Un mistero. O forse un omaggio a un'altra famosa bizzarra attrazione sudcoreana, il parco a tema sulle toilette di Suwon.

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Il museo stesso è diviso in varie sezioni, oltre a quella dedicata ai trompe-l'œil. L'Ice Museum è una mostra tutta dedicata a sculture di ghiaccio, che niente ha a che vedere con il resto del museo. La Gallery Santorini, una sala tutta decorata ispirandosi ai colori e alle architetture dell'omonima isola greca: si tratta in realtà di una delle sale che ospitano opere reali di artisti contemporanei. Qui si trova anche il Santorini Cafe, il punto di ristoro del museo. E, con fini educativi, vi è una galleria tutta dedicata alla mitologia dell'antica Grecia.

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Il Trick Eye Museum in realtà non è un singolo museo, ma una catena nata a Seul, e poi diffusasi in altre città della Corea del Sud (Busan, Jeju), Cina (Pechino, Hong Kong, Wuxi, Haikou, Shenzhen, Wuhau) e Singapore (Sentosa). A Seul si trova nel vivace distretto di Hongdae , famoso per l'arte di strada e la scena musicale indie (e non poteva essere altrimenti). È aperto tutti i giorni dalle 9 alle 21, con ultimo ingresso alle 20. Il costo del biglietto è di 15.000 won sudcoreani, poco più di 11 euro; riduzioni per i bambini e gli adolescenti sotto i 18 anni (12.000 KRW, pari a poco meno di 9 euro), gruppi di 20 persone (11.000 KRW, circa 8 euro), e metà prezzo per i disabili. Gratis per i bambini fino ai 3 anni. Anche se in realtà il museo sembra divertire più gli adulti che i bambini. Per maggiori informazioni visitate il sito web del Trick Eye Museum.

[Tutte le foto sono di Jirka Matousek]

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