Le 10 peggiori seccature durante un viaggio in aereo
Vi siete mai chiesti perché in aeroporto le espressioni sui volti della maggior parte dei viaggiatori all'arrivo comunichino una tristezza profonda? Tra familiari che si abbracciano e gruppi di adolescenti eccitati per la loro prima trasferta, individuiamo varie figure con la valigia che si aggirano come fantasmi dai musi lunghi e cupi. Se escludiamo naturalmente quelli che stanno tornando da una sfolgorante vacanza ai Caraibi alla loro abitudinaria esistenza quotidiana, l'unico motivo che ci rimane per tanto grigiore è uno solo: il viaggio in aereo stesso. Che, come chiunque abbia volato più di un paio di volte, è fatto di tante piccole seccature. Che piccole poi non lo sono per niente, nel momento in cui si è costretti a subirle tutte insieme, come spesso accade. E che acuiscono una sensazione di insofferenza già alimentata tante volte dalla scarsa comodità dei velivoli su cui si viaggia (vero, amanti dei voli low cost?). E sono proprio queste sciocchezze a darci ai nervi. E quali sono le peggiori? Noi abbiamo stilato una nostra personale classifica: ma come sempre siamo ansiosi di sentire la vostra.
Il famigerato "posto di mezzo"
Cominciamo da un classico, il terrore di ogni viaggiatore low cost. Quando acquistiamo un biglietto a prezzo pieno cerchiamo subito di scegliere il posto migliore in aereo. Ma quando è la sorte a decidere per noi… facciamo gli scongiuri! C'è chi aspetta ore in fila in piedi al gate per accaparrarsi il posto vicino al finestrino, ma non tutti sono così tempestivi e pazienti. E una volta saliti in aereo il nostro occhio si trasforma in un radar periscopico alla ricerca di un posto conveniente nel tentativo di sfuggire al sedile centrale. Ma, ahinoi, la fortuna non sempre ci aiuta, e finiamo catapultati in quel girone infernale condiviso da un terzo dei passeggeri. Se siamo stanchi non possiamo appoggiare la testa al finestrino, e se il viaggiatore all'estremità opposta deve andare in bagno dobbiamo alzarci per dargli il passo. Ma d'altro canto, non abbiamo il privilegio di una fuga veloce come chi siede al lato corridoio, e quindi siamo anche noi costretti a disturbare. Sperando che chi sieda affianco a noi non stia dormendo. Tra i vari inconvenienti del sedile centrale si esprime ferocemente il prossimo esponente della nostra lista.
La battaglia per il bracciolo
Molti indizi danno a pensare che i geni che progettano gli aerei non hanno molto in simpatia i viaggiatori. Anzi, forse sono proprio dei misantropi. Altrimenti non si spiegherebbe per quale motivo i passeggeri sono costretti a subire la crudele ingiustizia del bracciolo. Perché tra due sedili attigui, il bracciolo è uno e in condivisione. E naturalmente la sua larghezza non è concepita per ospitare due braccia. Ecco quindi che potrebbe cominciare una lotta epica per l'egemonia di quel minuscolo spazio di riposo per il proprio arto. Una guerra silenziosa, muta, ma senza esclusione di colpi. In caso di conquista del bracciolo, mai abbassare la guardia: perché al minimo accenno di libertà che concediamo al nostro vicino questi non esiterà a sferrare l'attacco per impossessarsi di tutto il territorio. E, come accennato prima, l'impresa si fa ancora più ardimentosa se si ha la sfortuna di trovarsi al centro e di dover lottare con due persone allo stesso momento. Un'esperienza del genere può distruggerci o renderci più forti.
Il vicino chiacchierone
Voli di lunga distanza possono essere molto noiosi, e a volte scambiare due chiacchiere con qualcuno può essere un piacevole passatempo. Ma se su una tratta di quindici ore il nostro vicino non accenna a smettere di parlare, il passatempo può trasformarsi in un incubo. E, chiariamo, non è detto che debba per forza rivolgere la parola a noi. Può anche essere qualcuno che siede dietro o di fronte, o addirittura due file più in là, ma la cui voce è talmente altisonante che è difficile da assimilare anche dopo pochi minuti. Figuriamo se il suo eco risuona nella nostra scatola cranica per ore e ore. Per non parlare della situazione peggiore: sì, avete indovinato, ancora una volta c'entra il posto di mezzo. Immaginate cosa può succedere se quelli seduti ai vostri due lati decidono di stringere amicizia e di raccontarsi le loro vite mentre voi siete diretti da Londra a New York…
L'attentato al ginocchio
Comunque ci sono dei grossi svantaggi anche a sedere nel lato corridoio: e cioè che le vostre gambe sono a rischio. E sì, perché voi pensate di essere in realtà di essere dei privilegiati, di potere per lo meno stendere un po' di più le vostre appendici intorpidite allargandole verso l'esterno… Ma è proprio quando farete questa incauta mossa che passerà il carrello delle bevande a tutta velocità neanche fosse pilotato da Fernando Alonso. Secondo la legge di Murphy l'impatto non potrà che avvenire sulla zona più sensibile della vostra gamba, che come tutti ben sappiamo è il ginocchio. Il vostro grido soffocato sarà automaticamente seguito da un "Sorry" molto poco sentito delle hostess. D'altronde loro stanno facendo solo il loro lavoro, siete voi che avete sconfinato!
Lo steward istrione
Ancora peggio della voce dei nostri compagni di viaggio è quella di uno steward che ama il microfono. Cosa deve dire l'assistente di volo durante il viaggio? Insomma, dopo aver dato alcune istruzioni sul decollo e la sicurezza, e nel caso delle low cost pubblicizzato la mercanzia in vendita, cosa c'è da aggiungere? Niente, direte voi. Eppure ultimamente si è fatta largo una nuova tendenza, e proprio sui vettori a basso costo: quella degli steward che, comici mancati, si divertono a dire cavolate al microfono. Non fraintendeci, non è che non abbiamo il senso dell'umorismo: qualche battuta ci sta anche nei discorsi di decollo e atterraggio (un esempio molto popolare è questo video). Ma a volte il nostro "genio della risata" si lascia prendere un po' la mano con interminabili monologhi di dubbia comicità che, oltre ad essere noiosi, impediscono di dormire. E poi ci meravigliamo se vediamo facce stanche e irritabili al gate degli arrivi!
La valigia che fugge
Altro fenomeno al quale negli ultimi anni si assiste sui voli low cost è una riduzione sempre più consistente dello spazio nei vani portabagagli. Una volta si saliva a bordo, si individuava il proprio posto e si allocava la propria valigia sullo scomparto sovrastante. Oggi la nostra valigia viaggia dieci scomparti più in là del nostro sedile. Se siamo tra gli ultimi a mettere piede in aereo lo spettacolo a cui assistiamo è quello degli assistenti di volo che giocano a Tetris con i bagagli dei passeggeri, cercando di sistemarli come possono nel poco spazio a disposizione, e riponendoli dovunque trovino una sistemazione. Ma come si spiega questo? Insomma, se ogni scomparto dovrebbe contenere le valigie di una fila intera, com'è che non c'è mai posto? La colpa in questo caso è dei passeggeri stessi, che se ne fregano altamente delle regole sui limiti del bagaglio a mano, e si portano in giro dei mastodonti grandi quanto un bagaglio da stiva. Naturalmente la colpa è anche degli addetti di terra, che non controllano e multano come di dovere chi infrange le regole.
Il film senza un finale
Non capita spesso ma capita. Ed è per questo che è ancora più irritante. A bordo del volo viene proiettato un film. Voi ve lo vedete, vi piace, vi coinvolge. La trama è intrigante, non vedete l'ora di sapere come va a finire… quando a un certo punto la voce del capitano vi comunica che siamo in fase di atterraggio e il film scompare! Magari ad appena pochi minuti dalla fine. Ma come, com'è possibile che non abbiano calcolato i tempi del volo e ci abbiano fornito un film senza farcelo vedere tutto? Neanche il pilota più sadico potrebbe fare una cosa del genere. Fatti come questo non possono accadere su quei voli moderni che offrono la televisione personale anche in seconda classe e una vasta scelta di canali che trasmettono numerosi film. Mentre è più probabile che accadano sui voli charter. E se anche riuscirete a vedere tutto il film, durante la visione capiterà comunque almeno una volta in cui la voce del pilota copre quella degli attori nel momento più bello del dialogo.
I bisogni primordiali
È molto difficile addormentarsi in aereo: anche chi ha il sonno facile non si sveglierà sicuramente ristorato, data la scomoda posizione dei sedili. Non parliamo poi di riempirsi lo stomaco: quando è stata l'ultima volta che avete viaggiato su una compagnia che fornisse pasti decenti in seconda classe? Il problema è quando due tra i bisogni primari dell'uomo entrano in conflitto tra di loro. Avete sonno. Vi addormentate. Vi risvegliate. Vi accorgete che il vostro vicino sta appena finendo di consumare il pranzo offerto a bordo. E voi vi chiedete dove sia il vostro. Tutto merito di una hostess troppo cortese che non ha voluto svegliarvi per offrirvi da mangiare. Certo, potete andare a reclamare il pasto perduto, ma con quale voglia con tutto il sonno che avete ancora addosso? Già, perché in realtà dormire in aereo stanca ancora di più. Ma la prossima volta il terrore di perdere il pasto incluso farà entrare in conflitto il bisogno primario del cibo con quello del sonno. E, nonostante gli occhi gonfi come quelli di un pugile alle prime armi, ci penserete dieci volte prima di addormentarvi.
Il sedile di fronte reclinato
Il problema poi non è tanto se volete dormire voi, quando se a calargli la palpebra è il passeggero seduto di fronte a voi. Ma non sarà l'unica cosa a calare: ancora prima verrà giù il sedile. Direttamente sulle vostre gambe. Il dormiente davanti ha pensato bene di usufruire al massimo della reclinabilità dello schienale. E c'è una cosa che accomuna i passeggeri di un aereo in preda al sonno: la totale noncuranza nei confronti di chi siede dietro. Perché sì, si ha anche diritto a una posizione più comoda, ma lo schienale può abbassarsi anche a gradi differenti. Ma non c'è storia: o si sceglie quello più prossimo ai 180 o non si dorme. Curiosamente questo genere di inconveniente non si verifica sui voli low cost: lì hanno pensato bene di tagliare la testa al toro bloccando i sedili come fossero marmo.
Il bambino urlante
Il campione è sempre lui. Non si scappa. Che siamo in volo o no, il bimbo che urla rappresenta sempre il top delle seccature peggiori durante i viaggi. Che cosa sono il chiacchiericcio di un vicino logorroico o i continui annunci di uno steward, se messi a confronto con queste macchine a ultrasuoni? Il livello dei decibel raggiunto dalle urla di un bambino è inversamente proporzionale alla sua età: più piccolo sarà, più acute saranno le sue urla. E maggiore il nervosismo dei passeggeri. Che vorrebbero indirizzare tutto il loro odio verso il bambino, pur sapendo che è solo una povera creatura innocente. Perché in realtà tutti sanno che nella maggioranza dei casi per un bambino che urla c'è un genitore che non sta facendo il suo dovere. Se è grande non lo tiene a bada. Se è piccolo non cerca di calmarlo. Poveretti, anche loro sono stanchi del viaggio come noi, non hanno abbastanza energie per metterli a tacere. La prossima volta si dovrebbe pensare a un sedativo. Non per il bimbo, ma per il resto dei passeggeri.