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5 cose insopportabili delle vacanze di Natale

Viaggiando nel periodo natalizio, sia in Italia che all’estero, ci sono dei simboli, degli stereotipi che ci perseguitano e ci fanno sembrare che il mondo si trovi sotto un unico, immenso presepe. Cos’è che detestiamo trovare sempre in qualsiasi luogo dove andiamo per le feste?
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Fuga dalle banalità del Natale

Quest'articolo è per il viaggiatore che non ama le vacanze di Natale all'estero. Quello che non ne può più di mettere piede in un posto nuovo e incappare in un evento, una celebrazione o un qualsiasi avvenimento che gli faccia sembrare di non essere poi così tanto lontano da casa. Che questa festa si sia alquanto omologata non è una novità, e paesi che avevano un tempo delle tradizioni molto diverse tra loro hanno cominciato a sembrare tutti un po' troppo uguali nel celebrarla. Si viene assaliti da stereotipi e banalità che a lungo andare diventano irritanti, e portano a odiare il Natale. Dando ascolto alle voci seccate di molti turisti disillusi, abbiamo compilato una personalissima lista. Voi cosa aggiungereste?

I mercatini di Natale

È per molti l'appuntamento più atteso, addirittura più di Babbo Natale in persona. I mercatini di Natale sono il paradiso dello spendaccione compulsivo, del maniaco dell'artigianato, del giuggiolone amante delle delizioserie. Non si può negare infatti che un mercatino ha un certo suo fascino. Una piccola bancarella gestita da un'anziana signora può ispirare tanto amore per il piccolo commercio. E le creazioni in legno dei maestri artigiani locali ci richiamano alla mente immagini delicate di un oggetto esposto in una casa di montagna, illuminata dalla luce dell'albero e riscaldata dal calore del camino. Almeno fino a quando non vediamo l'etichetta "Made in China". Perché purtroppo da molte parti il mercatino di Natale non è né più né meno che un mercato rionale come tanti, dove si vendono oggetti prodotti in serie da una manodopera da quattro soldi all'altro lato del mondo, e dove ogni bancarella appare uguale all'altra.

Proprio la tipica atmosfera mitteleuropea... [Foto di Charley Lhasa]
Proprio la tipica atmosfera mitteleuropea… [Foto di Charley Lhasa]

Il peggio è quando si scimmiotta in maniera ipocrita: gli chalet tipici dei mercatini di Natale in Germania (così cari anche agli altoatesini) sono riprodotti anche in città come New York o Londra, dove la tradizione montanara cozza decisamente con le luci di palazzoni moderni e futuristici. Per non parlare delle bancarelle di cibo, che non si distinguono molto per fantasia: bratwurst, pretzel e glühwein regnano sovrani, e l'unica cosa che cambia è, forse, il prezzo. Dopotutto se ha un suono tedesco, è natalizio.

Le luminarie

Città che hanno fatto delle decorazioni luminose un'attrattiva unica, come Salerno con le Luci d'Artista, meritano di essere visitate per l'idea originale e lo sforzo profuso nel promuoverla. Anche perché si può decidere di andarle a visitare o meno. Ma le luminarie natalizie utilizzate per incrementare il business dei negozianti sinceramente ci stanno un po' sullo stomaco. Perché non è che ci sia proprio bisogno di accendere dozilioni di lampadine al led per invogliare la gente a fare gli acquisti a Natale. Uno può obiettare "Ma sì, sono belle, danno colore e atmosfera e ci fanno sentire più felici".

Tiratemi fuori da qui! [Foto di Cristiano Betta]
Tiratemi fuori da qui! [Foto di Cristiano Betta]

Purtroppo il problema è che spesso non sono neanche tanto belle, ma si risolvono in qualche filo da bucato steso tra due palazzi o tutt'al più scritte non proprio originali come "Merry Xmas" (scritto così per risparmiare sulle lampadine). Ma alla gente piacciono tanto, e vanno a fare shopping solo per vederle. O meglio, vanno solo per vederle. Sì, perché c'è chi nei negozi non ci entra nemmeno e rimane a guardare le vetrine, perché a comprare si spende tanto, ma farsi abbagliare dalle luci è gratis. Immaginate ora il povero turista che si regala un city break per fuggire dal caos quotidiano della sua città e si ritrova immerso in una bolgia infernale di passeggiatori abusivi. C'è a chi piace e a chi non. A questi consigliamo di rimanere a casa per Natale a fare gli Scrooge.

I cori natalizi

Non siamo degli insensibili. Ci piace passeggiare per le piazze del mondo illuminate dagli alberi di Natale e vedere come ogni città si addobba per la festa. Ci piace anche perché abeti, palline di vetro e lucine colorate ci regalano una certa atmosfera di familiarità. E questi simboli globali tanto detestabili in certe circostanze ci possono anche riempire il cuore di gioia. Come le carole natalizie. Facciamo un salto a Londra, che per il Natale mette il suo vestito buono. Uscendo dalle stazioni della metropolitana, incontriamo spesso dei gruppi corali. Che armonia nel sentire questi cantori intonare le più belle canzoni della festività incombente. Che tenerezza udire le voci bianche di fanciulli che esprimono la purezza di un sentimento di pace e amore. Fino a quando queste melodie soavi non vengono interrotte da un fastidioso tintinnio.

Scappa! O il secchiello ti darà la caccia! [Foto di Duncan]
Scappa! O il secchiello ti darà la caccia! [Foto di Duncan]

È il secchiello delle offerte di innumerevoli associazioni benefiche che chiedono un contributo per una qualche causa. Guai a fermarsi ad ascoltare un coro a pochi passi: il cacciatore di offerte ci individuerà e ci punterà come un bracco su un fagiano. E noi, poco propensi a elargire i nostri soldi per cause sconosciute, ci sentiremo alquanto in imbarazzo nel rifiutare di fronte a un sorriso disarmante carico di tutti i sentimenti buoni del Natale. Insomma, il coro natalizio è un'esca bella e buona. Chiamateci cinici, ma un accostamento così profano ci suona alquanto ipocrita. Ci state dicendo che se in un periodo come questo rifiutiamo di fare beneficenza siamo dei mostri, quando il resto dell'anno ci è permesso di ignorare e tirare diritto? Ma un viaggiatore zaino in spalla, in visita in una delle città più care d'Europa con un budget ridotto, come si deve sentire?

I presepi viventi

Ecco una tradizione tutta italiana della quale andiamo orgogliosi: i presepi viventi. Ce li copiano in tutto il mondo ormai. Ma da otto secoli sono un'esclusività tutta nostrana difficile da imitare. Ci piace che anche il più piccolo comune di Italia coinvolga tutto il paese in una manifestazione che davvero rappresenti lo spirito di comunità. Ma allora perché lo mettiamo in questa lista? Perché ci sono situazioni in cui è meglio non avvicinarsi proprio alla Natività live. Per mere questioni logistiche. Avete mai provato a raggiungere un borgo d'alta montagna popolare per il suo presepe vivente?

Questo è forse il mezzo migliore per raggiungere il centro [foto di don Tommaso]
Questo è forse il mezzo migliore per raggiungere il centro [foto di don Tommaso]

Ad esempio uno dei presepi viventi più belli d'Italia lo organizza la superstar dell'Abruzzo, Rivisondoli. Se volete ammirare il suo spettacolo, non sognatevi di arrivarci con la macchina, se non volete rimanere bloccati in un girone infernale di automobilisti dal clacson facile. In un paesino che di solito ospita poche migliaia di abitanti e non è attrezzato per numerosi posti auto, come pensate che si risolva la questione del parcheggio? Esatto, non si risolve. Se siete fortunati, e alloggiate in un paese vicino come Roccaraso, la soluzione potrebbe essere farsela a piedi. A gennaio. Di sera. Con -5 gradi. Auguri.

Il bianco Natal

Ma d'altronde, non è davvero Natale se non fa freddo. Ecco perché se il riscaldamento globale e l'inquinamento hanno impedito alla nostra città di riempirsi in una bella coltre di neve, si vola subito a nord, in Germania, in Scandinavia, in Groenlandia. Perché bisogna sentire il Natale fin dentro le ossa. E in effetti ci sembra giusto: quei poveri stolti in Australia non sanno cosa si perdono. Loro, con i loro surf, e le abbronzature dorate sulla spiaggia, non si rendono conto di quanto sia bello non sentirsi le dita delle mani e dei piedi mentre si contempla una renna.

Come sarebbe la giungla amazzonica se si trovasse in Finlandia [Foto di Wonderlane]
Come sarebbe la giungla amazzonica se si trovasse in Finlandia [Foto di Wonderlane]

La verità è che a molti del freddo natalizio e della neve non gliene importa niente. E vorrebbero migrare a sud con le papere. Ma non possono. Perché quelli dell'industria turistica sanno quanto si sta bene in Kenya, in Messico, in Florida per Natale. E alzano spropositatamente i prezzi di voli e alberghi. Molti di quelli che dicono che gli piace il freddo invernale in realtà vorrebbero passare il Natale a rosolare alle Maldive, ma non possono permetterselo. E allora si consolano con viaggi più economici e più tradizionali: magari perché così tornando poi dal nord verso il sud apprezzeranno di più il tepore di casa propria. Però a Praga, Norimberga, Stoccolma era tutto stupendo: i mercatini di Natale, le strade dello shopping illuminate, i cori sotto gli alberi nella piazza del municipio… Basta esserne convinti. Natale non è per tutti, e il mondo è bello perché è vario. L'importante è divertirsi e stare bene con le persone che amiamo. Buone feste.

[In apertura: foto da Wikipedia]

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